Ettore Maria Colombo
ROMA
‘PASSO

dopo passo’ «faremo partire un percorso che durerà mille giorni. Bisogna uscire dall’idea che una legge cambia il Paese. L’Italia sta facendo quello che deve fare, ma la stagnazione vale per tutti. Noi non andiamo in Europa a chiedere niente perché abbiamo dato molto e poco ricevuto».
È un Matteo Renzi secco, rapido, serio, quello visto in conferenza stampa. L’unico momento di divertimento, a uso e consumo di fotografi, telecamere e giornalisti, è la ‘sorpresa’ annunciata, e da ore, con un tweet. Infatti, mentre il Consiglio dei ministri è ancora in corso, un carretto da gelataio di Grom viene parcheggiato nel porticato interno di Palazzo Chigi. È una prima volta pure questa.
Il pensiero di tutti corre alla copertina dell’Economist. Quella con Renzi, Merkel e Hollande che mangiano il gelato mentre Draghi cerca di ‘salvarli’ da una barca che sta affondando. Un premier su tre, il nostro, non l’ha presa bene. Renzi esce in cortile, prende un cono in mano, lo offre a giornalisti e fotografi, poi se lo mangia. Il Cdm, durato una Quaresima (dalle quattro alle sette del pomeriggio), è appena finito e, dopo il siparietto del gelato, inizia la conferenza stampa. Renzi, oltre a ribadire che gli 80 euro «verranno riconfermati dal 2015», illustra i principali provvedimenti che sono stati presi durante il cdm: lo Sblocca Italia, l’unico decreto legge ‘ciccioso’ (vale 3,8 miliardi), e quello sulla giustizia civile per smaltire arretrati e contenzioso, più pausa estiva dei giudici dimezzate. Totale: due decreti, 10 disegni di legge delega e grande rapidità di Renzi a illustrarli. «Tanto poi vengono i vari ministri», aggiunge sornione il premier, come a dire: le ‘

technitalities’ le lascio a loro. Ministri con cui il premier nega ogni screzio agostano, specie con il titolare della Scuola, Giannini, anche se proprio a lei non risparmia una battuta al vetriolo («Giannini si è offesa perché non invitata a una riunione del Pd? Se vuole si può iscrivere...»). Ma se la Mogherini diventerà ‘Mrs Pesc’, come ormai è molto probabile, Renzi si limiterà a sostituirla con il suo viceministro esperto Lapo Pistelli o metterà mano a un vero rimpasto? Magari spostando Alfano agli Esteri o mettendo la Serracchiani alle Infrastrutture e togliere Lupi, che non ama. Mossa utile a tagliare le unghie all’Ncd che gli ha dato filo da torcere, sulla giustizia penale a tal punto che, nel Cdm, Alfano ha parlato tre ore. Difficile, per non dire che, anche in questo caso, Napolitano lo sconsiglia come gli ha sconsigliato, l’altro giorno, di «mettere troppa carne al fuoco». Consiglio che il premier ha ascoltato, ripetendolo identico con i giornalisti.
CERTO
è che dal vecchio slogan di Renzi (#cambiaverso) a quello di ieri (#passodopopasso) ne è passata tanta, di acqua sotto i ponti. E se il nuovo claim (messaggio) funziona, Renzi ha dovuto incassare ben due passi indietro. Ridimensionare la portata della riforma della Giustizia, che per ora punta soprattutto sul Civile, mentre il Penale è rinviato a legge delega (il che vuol dire che deciderà il Parlamento), e rinviare il pacchetto-scuola. «Appuntamento a lunedì per la conferenza stampa sui mille giorni e poi mercoledì decideremo sulla scuola», promette il premier. Tradotto: anche a quella, soldi o meno, ci penso io.