ROMA
UN ESAME
completo della situazione economica italiana, delle coperture dei tanti provvedimenti in cantiere e, soprattutto, una attenta analisi delle parole «importanti» dette da Mario Draghi nell’incontro di Jackson Hole. L’Italia è sulla stessa linea del Governatore fanno sapere al termine del colloquio tra Giorgio Napolitano e Piercarlo Padoan che si è svolto ieri mattina. Al Quirinale si guarda in queste ore con estrema attenzione alle dinamiche europee che rappresenteranno il vero valore aggiunto delle tante riforme che si stanno costruendo a palazzo Chigi. Naturale quindi che dopo il lungo colloquio di giovedì con il premier Renzi, ieri il presidente abbia voluto parlare di persona con Padoan di politiche europee. Grande attenzione è stata dedicata, si è appreso, ai dati sulla disoccupazione e alle ricette per creare nuovi posti di lavoro.
DA SEMPRE il capo dello Stato si spende per stimolare politiche europee di crescita e le dichiarazioni del Governatore della Bce sono state soppesate sul bilancino. Se i punti indicati da Draghi sono pienamente condivisibili (agire sulla domanda con la politica monetaria; con la politica di bilancio nell’ambito degli spazi disponibili e con una forte politica di rilancio degli investimenti), resta in piedi il problema interno, cioè preparare e varare un’efficace e credibile strategia di riforme strutturali. A partire dal mercato del lavoro. E tutto ciò è compito del Governo e non può essere posticipato in attesa di aperture da Bruxelles. Quindi conti in ordine, nessuno sforamento del 3 per cento e tanta attenzione nella preparazione dei provvedimenti più delicati. Ecco perché il Quirinale ha fatto sapere che l’incontro di ieri è servito per «uno scambio di vedute sulle prossime occasioni di chiarimento e di intesa a livello europeo (ad esempio in occasione della prossima seduta dell’Ecofin) per il rilancio della crescita dovunque in Europa».