Milano
L’ULTIMO
degli ‘scontenti’ (ma forse perché il più indeciso) della sessione estiva di mercato è stato il barese Joao Silva: il suo contratto di cessione al Palermo, proprio a causa dei suoi dubbi, pare sia stato depositato 33 secondi dopo il gong di chiusura (ore 23 di lunedì) dal patron dei pugliesi (ed ex arbitro) Paparesta. Solo oggi si saprà l’esito del ricorso delle due società e se il bomber potrà approdare in serie A.
Ma hanno il muso ben più lungo alcuni suoi illustri colleghi. Pensate al povero Biabiany: persino Milan Channel aveva annunciato il trasferimento al Milan, lui si era messo al collo la sciarpa rossonera e si stava avviando in clinica per le viste mediche ma poi è stato ‘gelato’ dai capricci di Zaccardo che ha rifiutato il passaggio al Parma. Già a gennaio andò più o meno così, perché l’esterno offensivo gialloblù fu ad un passo prima dalla Lazio e poi dallo stesso Milan. Ma allora la trattativa-lampo fra Galliani e Leonardi non andò a buon fine. Se Biabiany piange (e pare lo abbia fatto veramente dopo la notizia beffa) Guarin non ride. Contesti diversi ma finale simile: anche il colombiano, come il collega, doveva già essere ceduto lo scorso inverno. Ma allora furono i tifosi nerazzurri a impedirne l’approdo alla Juve, mentre questa volta tutto si è bloccato non solo per il rifiuto del giocatore di andare allo Zenit o al Valencia, ma anche per la ferma volontà dell’Inter che non voleva dare il colombiano in prestito.
Nel club degli scontenti, da cui solo in extremis è uscito Cerci (un altro che voleva cambiare aria a tutti i costi), ci sono anche il laziale Ciani che ha espresso la sua rabbia per il mancato trasferimento al West Ham su twitter («Sono disgustato») con un emoticon con pistola e il genoano Portanova (che però ha rescisso il contratto dai rossoblù per incompatibilità di vedute con mister Gasperini). E anche nella lontana Parigi si sussurra che Lavezzi, deciso a tornare in Italia, non l’abbia presa bene: si prospetta una difficile convivenza per almeno altri 4 mesi con Cavani e Ibrahimovic.
Giulio Mola