dall’inviato


Achille Perego
CERNOBBIO
ALL’ULTIMO

momento il ministro Poletti ha dato forfait. Da Brescia — dov’era con Renzi — non è partito per Cernobbio. Colpa del mal di schiena. E forse qualche acciacco lo sente, alla sua quarantesima edizione, anche il workshop Ambrosetti. Tanto da andare alla ricerca di nuovi, e rivoluzionari protagonisti per questo salotto buono di imprenditori, economisti e banchieri, come il guru del Movimento Cinque Stelle Gianroberto Casaleggio (alla sua seconda presenza, e come l’anno scorso, senza scaldare troppo gli animi) e il leader della sinistra greca Alexis Tsipras venuto in Italia per convincere Renzi a essere «un po’ più di sinistra». I ‘rivoluzionari’ sulle rive del lago di Como sono la novità di un’edizione del Forum che nonostante le assenze (forse non ci sarà neppure Alfano ma ci sono i presidenti della Camera e del Senato Grasso e Boldrini) potrebbe passare alla storia come quella dei record: 350 giornalisti (compresi i cineoperatori) accreditati, un’ottantina di speaker e un centinaio di partecipanti. Quelli che pagano per seguire, a porte chiuse, le sessioni dei tre giorni del forum. Un costo mai rivelato ufficialmente ma che sarebbe di circa 20mila euro all’anno per iscriversi al ‘club’ Ambrosetti e ricevere un pacchetto annuale di consulenza ed eventi tra cui Cernobbio. Dove è rimasto il rito — come il gong che annuncia l’inizio delle sessioni — ma non si vivono più appuntamenti storici. Le prove di pace tra Shimon Peres e Arafat, l’avvocato Gianni Agnelli che raccontava come stavano la Fiat e l’Italia o l’allora pm Antonio Di Pietro venuto, ai tempi di Tangentopoli, per tirare le orecchie agli imprenditori. A questo appuntamento di fine estate non sono quasi mai mancati ministri del Tesoro e premier. Da Amato a Berlusconi, per passare a Prodi e a Mario Monti ed Enrico Letta, i più affezionati. Ma un anno fa Letta era venuto, da premier, ad annunciare il programma salva-l’Italia. Adesso a moderare un dibattito sulla fede e la cultura.

E COSÌ,

colpito dalle assenze di Renzi (che Alfredo Ambrosetti spera di avere un giorno ribadendo che anche a Cernobbio ci sono imprenditori che investono) e del leader di Confindustria Squinzi, allergico alle «fiere della vanità», Cernobbio è andata alla ricerca di nuovi ‘vip’. Come Casaleggio (poco amato dalla platea che anche ieri ha rumoraggiato per la lunghezza del suo intervento e con Trichet che gli ha chiuso il microfono) e Tsipras per il quale, questo invito nel gotha della finanza, rappresenta il segno della svolta. Quella che, in fatto di assenze, ha marcato Renzi. Anche se oggi sono attesi alcuni suoi ministri, dalla Guidi alla Boschi a Padoan.
Magari non per cambiare l’Italia da Cernobbio ma, per dirla con un’emozionata Stefania Giannini al suo debutto, fare qualche «riflessione». Che magari non si avvera, ma non fa male a nessuno.