Acqua, mai come ora un tema di grande attualità. Per fornire qualche utile strumento di riflessione è nato questo dossier, che non ha la pretesa di essere esaustivo ma prova a dare un contributo per affrontare l’argomento da svariati punti di vista.
Un tema complesso, che può essere letto in chiave economica (costi, tariffe, investimenti), sociale (un mondo sempre più assetato dove una parte della popolazione è priva dei servizi idrici di base), politica (la gestione dell’acqua che ha modalità diverse a seconda dei Paesi), tecnica (le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione alla depurazione). Vediamo di entrare nel merito dei singoli punti.
Le tariffe : nel nostro Paese, la tariffa, a norma di legge, deve coprire interamente i costi di gestione del servizio idrico. E il metodo per la definizione della tariffa comprende la remunerazione del capitale investito, al cui interno rientrano anche le imposte e gli oneri finanziari cioè gli interessi pagati sui mutui accesi per effettuare gli investimenti. Nel 2013, ad esempio, sul territorio servito da Hera il risparmio in bolletta senza la remunerazione del capitale, in seguito all’esito del referendum del 2011, sarebbe di 0,93 euro per abitante.
Un mondo assetato : negli ultimi 100 anni i consumi di acqua sono aumentati ad un tasso doppio rispetto all’incremento della popolazione mondiale e nel 2050, al raggiungimento del 9 miliardi di abitanti, servirà il doppio dell’acqua utilizzata oggi. Senza considerare che il fenomeno crescente della urbanizzazione a cui stiamo assistendo porta con sé nuove richieste di servizi e nuove necessità di investimenti.
Modelli a confronto: in Europa il panorama dei modelli di gestione del servizio idrico utilizzati è piuttosto variegato. Si va dalla Germania alla Gran Bretagna, dalla Francia alla Spagna, con una fermata in Olanda per poi volare negli Stati Uniti. In ogni caso, in gran parte dei paesi europei la tariffa comprende anche la remunerazione del capitale investito.
E in Italia? : il sistema è frammentato, coesistono 700 gestori (pubblici, privati e misti) e circa 90 Autorità d’Ambito Operativo Territoriale il cui perimetro d’azione corrisponde quasi sempre a quello provinciale. In Emilia-Romagna, che ha razionalizzato il sistema, due operatori coprono l’88% dell’intero bacino regionale e sempre qui anche le AATO provinciali sono state accentrate in un’unica entità regionale.
Costi e investimenti: si scopre che in media l’acqua in Italia costa molto meno rispetto agli altri Paesi europei dove la tariffa deve coprire, così come da noi, i costi del servizio, senza ricorrere alla fiscalità generale. E allora dove prendere i 64 miliardi che servono nei prossimi 30 anni per sistemare le reti italiane e depurare i reflui di quel 25% di cittadini che ancora è privo degli impianti di depurazione? Il sistema tariffario al momento è l’unica risposta realistica.
Cosa dice la legge?: In Italia il quadro normativo sulla gestione dell’acqua è sempre stato caratterizzato da una certa instabilità e solo alla fine degli anni ’70 si comincia a pensare anche alla tutela ambientale, con un occhio a fogne e depurazione. Nel 1994 si introduce il principio della copertura dei costi con la tariffa, per avere una maggiore efficienza del sistema. Alla legge italiana si affiancano comunque anche le direttive dell’Unione Europea che nel tempo hanno introdotto numerosi obblighi. E oggi? Il referendum del giugno 2011 ha creato di fatto un vuoto normativo, soprattutto per ciò che riguarda tariffe e affidamenti, che deve essere al più presto riempito da Governo e Parlamento. E nel futuro? All’Autorità nazionale per l’energia elettrica e il gas è stato assegnato il compito di regolamentare anche il settore idrico, per arrivare ad una metodologia per la determinazione della tariffa omogenea su tutto il territorio nazionale.
La fabbrica dell’acqua : captazione, potabilizzazione, distribuzione, fognatura e depurazione, tutto questo è ciclo idrico integrato, che necessità di impianti, reti, conoscenze adeguate e complesse per poter essere svolto al meglio e garantire qualità e sicurezza. E in questo sistema, Hera ha realizzato a Forlì una delle maggiori strutture di telecontrollo d’Europa per monitorare 24 ore su 24 lo stato di reti e impianti per essere in grado di intervenire prontamente in caso di necessità. Accanto a questo c’è il laboratorio di analisi di Sasso Marconi che effettua giornalmente oltre 900 analisi al giorno sui campioni di acqua provenienti dagli oltre 30.000 km di rete del territorio servito da Hera.

 

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