{{IMG_SX}}Roma, 7 marzo 2008- Ha rischiato un terzo rinvio. Ma il film tv 'La vita rubata. Un mistero italiano', per la regia di Graziano Diana, andrà finalmente in onda lunedì 10 marzo in prima serata su Raiuno. Il film ricostruisce la storia tragica di Graziella Campagna, una ragazza di soli diciassette anni uccisa dalla mafia il 12 dicembre 1985. E centrale, in questa storia, è anche la figura di suo fratello Pietro, carabiniere, che non ha mai smesso di cercare gli assassini di sua sorella, e interpretato nel film da Beppe Fiorello.

 

Due rinvii, per 'La vita rubata', il 27 novembre e il 24 febbraio scorsi. E il primo presidente della Corte d’Appello di Messina, Nicolò Fazio, aveva inviato al ministro della Giustizia, Luigi Scotti, una nuova richiesta di rinvio, per non turbare la serenità dei giudici che devono ancora emettere la sentenza. Perché, sebbene siano passati ventitre anni dall’omicidio, la vicenda giudiziaria non è ancora conclusa. Domani ci sarà l’arringa conclusiva e la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Messina è attesa per il 18 marzo prossimo: il pg Marcello Minasi ha già chiesto, il 12 febbraio scorso, la conferma dell’ergastolo per entrambi gli imputati, attualmente in libertà.

 

"Abbiamo dimostrato collaborazione nei confronti delle istituzioni per la delicatezza della questione, ma dopo due rinvii, il terzo sarebbe stato davvero troppo", dice Beppe Fiorello. "È sbagliato pensare che un’opera possa influenzare un giudizio in corso. Se fosse così, bisognerebbe fermare tutta l’informazione", afferma il consigliere d’amministrazione Rai, Nino Rizzo Nervo. E anche Pietro Campagna osserva: "Un processo non può essere deciso per la visione di un film in televisione, ma in base alle carte processuali a disposizione dei giudici". E, soddisfatto per la messa in onda, aggiunge: "Oggi posso dire che il sogno si è realizzato. È vergognoso puntare il dito sulla messa in onda del film e non sugli insabbiamenti del processo". Uomo coraggioso e tenace, Pietro Campagna, nonostante abbia dovuto lottare spesso da solo per portare a galla la verità, afferma ottimista: "'La vita rubata' penso che farà venire la coscienza anche ai mafiosi, ne sono sicuro. Tre quarti della Sicilia mi è vicina e non vede l’ora che vada in onda".

 

Graziella Campagna (interpretata nel film da Larissa Volpentesta) viveva con la famiglia a Saponara, un paesino sui monti peloritani, in provincia di Messina, e lavorava in una lavanderia a Letojanni, un centro balneare a mezz’ora di corriera. La sera del 12 dicembre 1985 non fa ritorno a casa. Il suo cadavere viene ritrovato due giorni dopo nelle campagne circostanti: è stata uccisa con cinque colpi di fucile al viso. Un’indagine durata vent’anni fa scoprire a Pietro Campagna e alla sua famiglia che in quella provincia apparentemente tranquilla, la mafia faceva svernare latitanti coperti da una rete di complicità, connivenze e depistaggi. Graziella era stata uccisa perchè aveva trovato nella tasca di una giacca portata in lavanderia, un biglietto che non avrebbe mai dovuto leggere.

 

Nel film alcuni particolari, come alcuni nomi di persone e luoghi, sono stati cambiati. "Tutto quello che si mostra nel film è molto meno di quanto è accaduto nella realtà", precisa Graziano Diana, alla sua prima regia. "Non ho subito detto sì a questo film. Non volevo raccontare la mia Sicilia - spiega Beppe Fiorello - con un’altra storia di mafia. Poi ho capito che si trattava, invece, di una grande storia d’amore di una famiglia unita. E ho capito che era un’occasione per dare un senso più alto al mio mestiere".