{{IMG_SX}}Roma, 5 Maggio 2008 - "Le prime scene sembrano fantascienza: luce blu e il rumore delle lampade abbronzanti in sottofondo, mentre un gruppo di amici chiacchiera, e aspetta di fare manicure e massaggi. Poi scoppia il caos", così Matteo Garrone racconta alla 'Rivista del Cinematografo, da oggi in edicola in edizione speciale per festeggiare il suo ottantesimo anniversario. 'Gomorra', il film che ha tratto dal best seller di Roberto Saviano e col quale il regista italiano torna a Cannes a sei anni da 'L'imbalsamatore', stavolta in concorso.

 


"È stato difficile, forse il più impegnativo dei miei lavori. Ci ho speso due anni però credo di aver evitato compiacimenti. Non faccio nomi o esprimo giudizi, lascio parlare i personaggi". Il cast è composito, ci sono attori professionisti come Toni Servillo e Gianfelice Imparato, la cantante Maria Nazionale, altri presi dalla strada, è il caso di Oliver, nella realtà proprietario di un centro benessere.

 

Due ore per un magmatico viaggio nell'impero della camorra attraverso l'incastro di cinque storie: "La sesta doveva essere quella di Christian e Serena, che dava un tocco melò all'insieme. Ho dovuto rinunciare perchè sarebbe durato troppo. Ogni episodio è come se fosse un piccolo film", rivela il cineasta 39enne. È sparita anche quella di Don Peppino Diana: "ll libro è molto ricco, era impossibile raccontare tutto. Per Don Peppino mi è rimasto un grande rimpianto. Avevo già in mente come rappresentare la vicenda del prete che nessuno vuole ammazzare".

 

Toni Servillo invece è uno stakeholder, che si occupa dello smaltimento di rifiuti tossici: "È Franco, quello che cerca i vuoti da riempire, un personaggio simpatico e carismatico, simile ad alcuni dei nostri politici. Entriamo nella sua vita tramite Roberto, un giovane che lui introduce nel Sistema. Toni è un attore intelligente, sa quando deve portare la scena o fare da spalla, inoltre ha una naturale vocazione per la commedia che nessun regista ha ancora assecondato".

 


E che fine ha fatto Pikachu, uno dei ragazzini di Secondigliano di cui parla Saviano? "Si chiama Totò -spiega Garrone- Con la sua storia e quella di Don Ciro raccontiamo il meccanismo dello spaccio.
Anello di congiunzione sono il condominio Le vele". Accurato il lavoro sulle musiche, che ha spinto il regista a recarsi addirittura in America: "Dopo qualche tentativo ho capito che 'Gomorra' rigettava qualsiasi tipo di commento, anche musicale. Tutto quello che sentiamo appartiene al film, che siano canzoni neomelodiche o urla di quartiere. Il lavoro l'ho fatto con Leslie Shatz, un sound designer che lavora con Gus Van Sant".

 


A Cannes ci sarà anche Angelina Jolie che, nel libro, il sarto Pasquale vede in tv con l'abito confezionato da lui: "L'abbiamo sostituita con Scarlett Johansson. Siamo stati fortunati, anche lei sarà a Cannes col film di Allen". E se Garrone dovesse recensire il suo lavoro, come definirebbe 'Gomorra'? "Un film apocalittico, senza speranza".