Roma, 18 febbraio 2011 - Ieri è stato davvero boom di ascolti per il festival di Sanremo, in concomitanza certamente con la presenza di Roberto Benigni: è stata sfondata la soglia dei 12 milioni di telespettatori, per l’esattezza sono stati 12 milioni e 400 mila.

Eccezionale anche lo share: 50,90 per cento. Rispetto alla terza serata di un anno fa ci sono stati 2 milioni e 400 mila spettatori in più e quasi 5 punti percentuali in crescita. Rapportati invece alla seconda serata dell’edizione di quest’anno, 2 milioni e 300 mila spettatori in più e un incremento di oltre 8 punti percentuali.

Ma i dati relativi al segmento di tempo in cui c'era in onda Benigni sono più impressionanti. La sua performance dedicata alla esegesi dell’unità d’Italia e all’Inno di Mameli è stata seguita da 18 milioni di telespettatori, mentre lo share ha sfondato quota 60 per cento.

Era nell’aria un risultato eccezionale, ma non si pensava potesse toccare quella soglia in una fascia oraria di mezzo tra l’apertura della serata e la parte finale, quando solitamente vengono annunciati i risultati del televoto, con ripescaggi e passaggi al turno successivo della gara. Benigni ha fatto il suo ingresso all’Ariston alle 22,30, andando avanti fino alle 23,20. Una ulteriore conferma che per la Rai l’artista toscano è sempre una scommessa vinta a occhi chiusi.

MORANDI L'ITALIANO - "La gente in questo momento ha voglia di normalità, è stufa di certi eccessi. Vuole percepire che chi gli sta davanti è uno come loro. Io cerco di fare un festival pulito", dice Gianni Morandi  in un’intervista a La Stampa. Il cantante poi paragona il clima politico attuale a quello della sua infanzia, "ai tempi di Don Camillo e Peppone" e rileva che prima "c’era piu’ rispetto. A partire dai parlamentari. E anche i militanti avevano la percezione che qualcosa di superiore ci univa".