Sanremo, 18 febbraio 2012 - Sono le 22.40 in punto quando Adriano Celentano entra in scena all’Ariston, cantando 'Thirteen women', per il suo secondo attesissimo intervento al festival di Sanremo. Il 'Molleggiato' ha infatto accettato di posticipare la sua esibizione, accogliendo la richiesta della Rai per consentire ai 10 'big' in gara di eseguire tutti il proprio brano senza distinzione di fascia oraria. 

Celentano ha esordito difendendosi dalle accuse che gli sono state mosse dai giornali. "La corporazione dei media si è coalizzata in massa contro di me, neanche se avessi fatto attentato allo Stato - ha detto -. Vi distolgono dal capire, e allora cosa fanno? Affinché possiate non capire, dal contesto estrapolano una frase, cambiano anche il modo dei verbi. Ma io - ha insistito - sono venuto qui a fare quattro chiacchiere con quei 16 milioni di persone che hanno visto festival di Morandi, per parlare del significato della vita, della morte, soprattutto di quello che viene dopo, della straripante fortuna che tutti abbiamo avuto per essere nati e dunque divertirci a fantasticare su dove e come sarà il paradiso".

Il suo intervento, però, non ha strappato solo applausi. Salve di fischi e urla sono partite quando l’artista ha cominciato ad addentrarsi in un nuovo monologo sulla fede, su Dio e sui giornali cattolici: "Basta, basta", si è udito distintamente e a più riprese. Celentano è rimasto tranquillo, seduto su uno scalino del palco, il bicchiere d’acqua in mano. "Quando parlo di chiusura di 'Famiglia Cristiana' e di 'Avvenire' - ha spiegato il Molleggiato - dico ‘andrebbero chiuse’, non significa esercitare una forma di censura. Non ho il potere di chiudere un giornale, mentre qualcuno non ha esitato a chiudere qualcosa". E poi ha proseguito: "Dovreste farmi finire di parlare, magari c’è qualcosa di interessante anche per voi".

Poi ha ripreso a parlare, toccando ancora il tema di Gesù e invitando i sacerdoti a qualcosa di diverso dalla predica domenicale quando si parla del figlio di Dio. "Adesso potete fischiare...", ha detto, raggiungendo il pianoforte, mentre lo inseguiva la voce di chi gridava "predicatore".  

Chiusa la parentesi cattolica, Celentano è tornato al suo ruolo di cantante intonando 'La cumbia di chi cambia', il pezzo-invettiva che Jovanotti ha scritto per il suo ultimo album. Adriano ha ballato insieme a una ballerina di colore. Quindi è entrato Gianni Morandi, che gli ha detto "Grazie. E’ stato bello". E Celentano ha replicato: "Anche per me".

I due hanno poi cantato 'Ti penso e cambia il mondo' e Morandi ha cominciato a commuoversi. Sul finale della canzone si sono seduti sui gradini del palco e Adriano ha affermato "è il festival di Morandi". Nel salutare l’amico, Gianni non ha trattenuto le lacrime e ha confessato: "Ho rivissuto in questi dieci minuti con lui tutte le immagini della mia vita, da quando ero ragazzino ed ho iniziato ad imitarlo. Sono davvero felice. Celentano ama la gente, ama il festival, ama i media. Adriano non odia nessuno".

MORI INFURIATA - Chi non ha gradito le contestazioni è stata Claudia Mori. La moglie del 'Molleggiato', lasciando il teatro Ariston, ha stretto la mano al consigliere d'amministrazione della Rai Antonio Verro rinfacciandogli di aver organizzato il tutto. "Complimenti per la buffonata che avete organizzato", gli ha detto. "Sono rimasto rimasto interdetto - ha confermato Verro - è andata proprio così. Io sono rimasto basito".

GARIMBERTI - Il presidente della Rai Garimberti, si apprende dalla presidenza, ha giudicato "di cattivo gusto il fatto che Celentano sia tornato ad attaccare i giornali cattolici, totalmente fuori contesto le teleprediche e il modo in cui sono stati toccati argomenti alti che andrebbero toccati in diverso contesto e con ben altro livello intellettuale".