Roma, 4 aprile 2012 - “Ho avuto tante volte la tentazione di fare le valigie e di lasciare l’Italia. Ci portano all’esasperazione”. Questo uno dei passi più importanti dello “sfogo” di Sabrina Ferilli, intervistata da Alfonso Signorini su Chi. “Sono sempre rimasta - spiega l’atrice - perché sono legata alla mia storia. Io adoro il mio Paese, amo gli italiani, mi ci riconosco: e’ un popolo che in questo momento e’ smarrito, ma resta il migliore del mondo. Però la gente non è lo Stato. E lo Stato, questo Stato, è cattivo".

"Alcuni politici - continua l'attrice - continuano a sostenere che bisogna chiedere i soldi solo ai ricchi. Io sono arrivata a pagare il 60 per cento e più di tasse perché due lire ce le ho. Ma, dico io, se tu devi fare un bottino di quattrini tramite le tasse, e lo devi fare perché altrimenti ‘sto Paese va a zero, non lo puoi fare sul dieci per cento della popolazione, che sono i cosiddetti ricchi. Quelli già li spremi. E’ inevitabile che devi andare sulle fasce più basse, perché sono quelle che contano più lavoratori. Invece no, lo Stato decide di spremere ancora di più i ricchi e quelli che fanno? Vanno a vivere da un’altra parte. Se tu come Stato mi chiedi più del 65 per cento di tasse, io sono costretto a chiudere”.

L’attrice prosegue poi parlando di disoccupazione, immigrazione e politici. “Questo governo che cosa ha fatto? Ha aumentato le tasse per avere più liquidità, ma non è stato capace di tagliare nè di avviare qualcosa di nuovo per capire come ravvivare l’economia del Paese”. “Fosse per me, la crisi dovrebbe far abbassare le frontiere. Facciamo entrare tre, quattro, cinque milioni di extracomunitari. Gente in regola, gente per bene. Chiediamo aiuti alle ambasciate. Quella è tutta gente che farebbe figli, che comprerebbe macchine, elettrodomestici. Gente in grado di muovere l’economia. L’America ha fatto così con Obama”.

“Quando Berlusconi e’ partito - conclude - ha capito quanto fosse importante comunicare ai cittadini che il sacrificio sarebbe servito per un domani migliore. L’aspetto della positività che lui aveva si è perso. Ma li hai visti in faccia, ‘sti tecnici? Sono maschere di pianto e di sofferenza”, conclude la Ferilli.