di Rossella Martina

Roma, 4 luglio 2012 - Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere. E’ il riconoscimento che la Francia assegna oggi a Stefania Sandrelli con una cerimonia a Palazzo Farnese, sede dell’ambasciata francese a Roma. A insignirla del prestigioso titolo – assegnato a personalità che si sono distinte per il contributo alle diffusioni delle arti nel mondo -sarà l’ambasciatore Alain Le Roy che a nome del ministero della Cultura d’Oltralpe celebra così lo straordinario percorso dell’attrice, diretta, oltre che dai maggiori maestri italiani, anche dai più grandi registi francesi.

Un successo quello di Stefania Sandrelli che continua ininterrotto dal 1961. Solo un anno prima la troviamo sul giornale della sua città, Viareggio, come vincitrice di concorsi di bellezza. Le chiediamo:

Stefania, a quattordici anni già pensava a una carriera nel mondo dello spettacolo?
"No, assolutamente no. Quei concorsi li facevamo sulla spiaggia, tutte le ragazzine vi partecipavano, non pensavo affatto a diventare attrice. Erano un gioco".

Ma una sua foto colpì Pietro Germi che dette il via alla sua carriera con “Divorzio all’italiana” accanto a Mastroianni.
"E infatti fu un caso. Mi trovai nel mondo del cinema e nemmeno sapevo come era successo".

Quando cominciò a pensare che quella poteva essere la sua vita?
"Mentre giravo con Germi mi innamorai di questo lavoro, sentivo che era il “mio” mestiere, che volevo continuare a farlo".

E quali sono le doti che a suo avviso le hanno permesso di raggiungere traguardi così importanti e duraturi?
"Molto lo devo alla fortuna sia pure una fortuna ben pilotata dai maestri con cui ho lavorato. Mi hanno detto che da ciascuno di loro ho saputo prendere il meglio e metterlo a frutto. E’ un grande complimento, spero sia vero".

E’ stata importante la sua spontaneità?
"Certamente come persona sono molto immediata, ma come attrice la spontaneità è un traguardo che si raggiunge strada facendo, con l’esperienza, con lo studio e lavorando accanto a grandi attori e a grandi registi. Ho avuto una impareggiabile scuola sul set ma anche nei corsi canonici. La spontaneità mentre si recita è molto meno... spontanea di quanto possa sembrare".

Ha avuto momenti di crisi?
"Ancora una volta mi rifaccio a qualcosa che hanno detto altri di me: sono stata il termometro del cinema italiano. E’ una definizione di cui sono onorata: grandi ruoli quando il cinema era grande, ruoli diversi quando il cinema era meno grande. Non ho avuto la puzza sotto il naso... insomma se il convento passava Vanzina, ho fatto Vanzina e se il ruolo e il film mi piacciono lo rifarei. L’umiltà come indole e come scelta credo che alla fine siano vincenti. E anche la disponibilità: io sono pronta anche a battere il ciak sul set se ce n’è bisogno!".

Un’umiltà e una disponibilità orgogliose che lei ha dimostrato e dimostra, accettando anche personaggi non più giovanissimi, addirittura che vanno oltre la sua vera età. E che riscuotono un successo straordinario come è accaduto di recente con Eleonora, la protagonista della fiction Rai “Una grande famiglia”.
"Sì, trovo ridicoli gli attori “adulti” che vogliono interpretare ruoli giovanili a tutti i costi. Non è conveniente voler ringiovanire sul grande schermo, correre dietro a un’immagine che non c’è più. Di solito il risultato delle “palle negli zigomi” è penoso...".

L’amore fa bene o è un ostacolo per la carriera?
"No, l’amore è un sostegno, un aiuto! Tutto ciò che fa riferimento all’amore dà forza. Certo a volte ci sono complicazioni con l’amore, ma poi in qualche modo risolvi. Magari ti lasci, divorzi e ricominci. Però se non hai qualcuno da amare e che ti ami, anche la carriera, anche il premio più prestigioso diventano tristezza se torni a casa e non hai nessuno con cui gioire, nessuno che è felice insieme a te. E questo vale per il tuo compagno come per i figli, per la famiglia in generale".