Roma, 16 dicembre 2012 - Applauditissimo è stato il concerto di Natale diretto dal maestro Riccardo Muti, nell’aula del Senato. Omaggiato dagli applausi scanditi dalla platea in cui sedevano le alte cariche dello Stato accompagnate dalle consorti, a Muti il cerimoniale del Senato ha consegnato un mazzo di rose arancioni al termine dell’esibizione dell’orchestra. Rose che il maestro ha subito regalato alla moglie del presidente della Repubblica, Clio Napolitano, per poi stringere la mano al Capo dello Stato, al cardinale Tarcisio Bertone che gli sedeva affianco, al presidente di Palazzo Madama Renato Schifani, anch’egli accompagnato dall’elegante moglie, alla terza carica dello Stato, Gianfranco Fini, e al presidente del Consiglio Mario Monti che ha continuato ad applaudirlo

L'ITALIA S'E' DESTA - L’Inno d’Italia, grazie al presidente Napolitano, è tornato ad essere suonato e cantato. Riccardo Muti ha sottolineato: “Qualcuno ha scritto: ‘L’Italia s'è desta’. Ma l’Italia non si è ancora destata. Dobbiamo destarla noi”. Muti indica la cultura come una delle eccellenze italiane che può, appunto, ridestare il Paese. “Siamo rispettati nel mondo per la nostra cultura che va sostenuta ma non come un fatto assistenziale”, ha aggiunto Muti rivolgendosi al premier Mario Monti. Qualche secondo di silenzio tra i due quindi la battuta del maestro: “Presidente, non mi guardi così che mi mette paura...”.

Muti si è rivolto scherzosamente anche a Tarcisio Bertone parlando di Verdi. “Verdi e’ l’Italia. Verdi siamo noi e lui è noi. Cardinal Bertone, non creda che Verdi fosse ateo. Era un mangia preti sì, ma le sue musiche finiscono tutte guardando ad un mondo trascendente”. Il maestro Muti ha invitato a valorizzare le eccellenze italiane, come lo e’ stato Giuseppe Verdi. “Noi italiani siamo molto in gamba e non abbiamo bisogno che dal di fuori ci vengano a criticare in casa nostra”.