Milano, 18 gennaio 2014 - Buddy Valastro è probabilmente il pasticciere più famoso del mondo. Il suo show 'Il boss delle torte' va in onda in 180 Paesi in tutto il mondo. Valastro crea dolci scenografici (e sempre commestibili). Per dire, a una festa della Marina ha portato un enorme sottomarino con tanto di periscopio ed elica funzionanti. Si dice che la sua torta più costosa avesse il prezzo di 40mila dollari. Il padre di Buddy (in realtà Bartolo, famiglia di origine siciliane) rilevò nel 1964 il 'Carlos’ City Hall Bake Shop' nel New Jersey trasformandolo di un tempo della pasticceria americana. Oggi la famiglia Volastro possiede cinque negozi (uno appena aperto in Times Square) e la sede del New Jersey è meta di pellegrinaggi di fan da tutto il mondo.

Lei è un figlio d’arte. Ma ha scelto di diventarlo per convenienza o per passione?
«Il fatto che mio padre fosse del mestiere ha naturalmente facilitato la decisione. Ma poi ho scoperto che il mio era un autentico amore».

Qual è il segreto del successo del suo programma? La sua nuova trasmissione, 'Bakery Boss: Sos Buddy' alla prima puntata su Real Time ha fatto segnare quasi un milione di spettatori, un record per la tv del digitale terrestre.
«Soprattutto in Italia il valore della famiglia è molto sentito. E il mio programma riunisce le famiglie davanti al televisore, anche perché mostra la nostra stessa famiglia al lavoro. Inoltre in Italia c’è un grande amore per il cibo, che pervade ogni aspetto della vita sociale, persino negli affari. Se vado a visitare un’azienda o a parlare con qualcuno di business, dopo un po’ immancabilmente qualcuno dice: “Andiamo a mangiare”. È una bellissima tradizione questa di sedersi tutti intorno a un tavolo, infatti non capisco come mai qui in Italia siate tutti così magri! Io sono venuto in Italia per qualche giorno anche per ritrovare i miei parenti e sono già stato prenotato per ogni pasto: colazione, pranzo, merenda, cena! Sono orgoglioso di aver portato una tradizione come questa negli Stati Uniti e in tutto il mondo».

Una mia teoria personale è che i programmi di cucina siano un po’ come la pornografia: lo spettatore guarda estasiato cose che non farà mai...
«Non ho mai pensato di essere una star del porno! (ride). È vero che io realizzo dei dolci incredibili, ma non c’è bisogno di imitarli. Se faccio nascere la voglia di andare in cucina a preparare un po’ di biscotti con i bambini, allora sono contento».

Oggi è sempre più diffusa la convinzione che bisogna nutrirsi con cibi sani, naturali, biologici, dietetici. Non si sente un po’ fuori dal tempo coi suoi dolci che traboccano di panna, latte, burro?
«Tutto dipende dalla misura. Posso fare 50 cupcake, ma non me li devo mangiare tutti, ne basta uno solo. Lo stesso potrebbe dirsi, che so, per il prosciutto. E in fondo si vive una volta sola, perché non godersela un po’?».

Quali cuochi ammira?
«Gordon Ramsey, oppure Joe Bastianich. Davanti a loro sono un po’ imbarazzato perché io sono solo un pasticciere».
 

Piero Degli Antoni