Sanremo, 22 febbraio 2014 - Era uno dei momenti più attesi della serata finale della 64ma edizione del Festival di Sanremo viste le contestazioni che l'anno scorso aveva accompagnato la sua esibizione. Questa volta, però, Maurizio Crozza ha strappato applausi con un monologo incentrato sull'elogio dell'Italia e degli italiani, capaci di grandi colpi di genio.

Il comico genovese ha tentennato prima di entrare ("C’ho paura, è una settimana che sto qua dietro a bere. Lasciami qui, faccio un monologo fuori campo"), poi si è presentato sul palco nascosto dietro uno scudo con la scritta 'Pace'. "Se volete insultarmi 5 minuti, io ho la macchina fuori già col motore acceso come per le rapine. Dopo l’anno scorso mi sento mio agio come la Kyenge che esce dalla torta al compleanno di Umberto Bossi".

Poi, una volta solo sul palco dell'Ariston, si è appellato all'Europa. "Noi non vogliamo più essere la chiusa comica delle barzellette, perché noi siamo capaci di cose geniali", ha detto. "Certo, siamo anche capaci di cose discutibili", ha aggiunto mentre dietro venivano proiettate le immagini sovrapposte della Torre di Pisa (simbolo della genialità pur essendo inclinata), e il treno Milano-Ventimiglia in bilico sulla scarpata in Liguria (simbolo delle cose discutibili del Paese). "Siamo in continua oscillazione - ha proseguito - fra la grande bellezza e l’enorme disastro. O evitiamo il disastro o distruggiamo la bellezza perchè le due cose insieme stonano".

Crozza ha bacchettato John Elkann. "Enzo Ferrari nel 1939 ha inventato la macchina più bella del mondo, nel 2014 John Elkann ha sparato la cazzata più grande dell’universo: i giovani non hanno lavoro perché gli piace stare a casa. Bisogna modificare la struttura sintattica: i giovani stanno a casa perché non trovano lavoro, ma soprattutto perché non hanno ereditato la Fiat da tuo nonno come te". E ancora in un altro passaggio: "Noi genovesi abbiamo ceduto la Corsica ai francesi. Poco dopo ci è nato Napoleone. Ma a Genova c’è già nato Beppe Grillo: ci mancava un altro pazzo mitomane che voleva dichiarare guerra all’Europa. Te lo immagini Waterloo in streaming?".

Crozza ha anche chiamato in causa anche il politico Carlo Giovanardi. "Michelangelo ha dipinto la Cappella Sistina, ci ha messo 10 anni. Era determinato, ed era pure omosessuale - per ricordarlo all’amico Giovanardi. Lo vedete - ha detto rivolgendosi al pubblico - come siamo capaci di produrre Michelangelo e Giovanardi? La Grande Bellezza e l’enorme disastro. Dobbiamo migliorare Giovanardi. Non sembrano nemmeno appartenere allo stesso ceppo evolutivo".

In un altro passaggio del suo intervento ha affrontato il tema delle unioni di fatto, sempre rivolgendosi al senatore del Nuovo centrodestra noto per le sue posizioni conservatrici. "Noi genovesi abbiamo fatto qualunque cosa. Su qualunque tema, anche sulle unioni di fatto. A Genova nel ‘400 c’erano i patti di convivenza. Due persone dello stesso sesso potevano impegnarsi a vivere insieme ed ereditare l’uno i beni dell’altro. 600 anni fa, Giovanardi, 600 anni fa. Poi abbiamo scoperto che il notaio non era gratis e abbiamo fatto un passo indietro e siamo tornati a difendere la famiglia tradizionale”.

Infine, convinto da Fazio, Crozza ha vestito i panni del neo premier Matteo Renzi con tanto di parrucca e dentoni finti. "Il successo non mi ha cambiato, sono io che ho cambiato il successo: la Disney sta facendo nuovo film su di me. Fichissimo me, uno, due e anche la vendetta - ha cominciato -. Cambierò il Paese, abbasserò il Pil, aumenterò il pilates, meno tute blu, più bluetooth", ha promesso nella sua parodia. "E ancora: meno welfare, più woolrich. Il primo decreto - ha concluso - sarà far durare marzo due anni e mezzo, fare di marzo non il mese del fare, ma del durare".

Daniela Laganà