di PIERO DEGLI ANTONI

Milano, 10 aprile 2014- Grande, grandissimo, enorme Fratello. Così smisurato che si rende necessario tagliarlo a pezzi per renderlo un po’ più digeribile. Il paradosso del programma di Canale 5 è proprio questo: costruito per la tv tradizionale (e quindi per un pubblico tendenzialmente anziano) ma cercato soprattutto da giovani e giovanissimi. Una contraddizione non solo qualitativa ma quantitativa: in tv la trasmissione dura tre ore, ma nessuno dei ragazzi di oggi è in grado di resistere attento tre ore non diciamo a scuola, un’autentica eresia, ma nemmeno davanti alla tv (anzi, davanti alla tv non ci vanno proprio). Risultato: lo show registra ascolti tra mediocri e sufficienti, mentre sul web è un argomento che regolarmente balza in testa alla classifica delle notizie più lette, e quindi viene biecamente sfruttato da chi gestisce i siti, nessuno escluso, ehm.

Secondo le ultime statistiche, la permanenza media su un sito non dura più di qualche minuto, su un’unica pagina varia addirittura tra i 43 secondi e il minuto e venti. La Generazione @ è la generazione del frammento e del multitasking. Ogni attività viene parcellizzata e ridotta in singoli pixel, dilaga la moda degli highlights, si cerca solo il boccone prelibato, il centro del filetto, la punta dell’asparago. Un boccone e via, si passa ad altro. Così il corpaccio enorme del GF viene disteso sul tavolo dell’anatomopatologo e dissezionato con accuratezza prelevandone gli organi da trapiantare sulla Rete.

Dieci, quindici minuti al massimo sono più che sufficienti per godersi le svolte fondamentali: la doccia seminudi, il bacio, la gaffe, la litigata, le nomination, la prova (ma non tutta, troppo lunga), un frullato turbocompresso di vicende, personaggi, aneddoti sufficiente a seguire il programma per un’altra settimana (insieme ad altri dieci, ovviamente), ma soprattutto a twittare vorticosamente i propri giudizi e ingaggiare furiose scaramucce virtuali su qualche forum. Il resto si butta via. Il che, detto tra noi, forse non è neanche un gran male.