Cannes, 12 maggio 2010 - Cate Blanchett ha sfoggiato un look che richiamava a Lady Marian di Walt Dysney alla conferenza stampa di presentazione della prima mondiale di ‘Robin Hood’ che ha inaugurato la 63ma edizione del Festival di Cannes.

La star australiana, che interpreta proprio il ruolo della fidanzata di Robin Hood-Russel Crowe nella pellicola firmata da Ridley Scott, si è presentata al Palais des Festivals avvolta in un abito da cocktail rosa ghiaccio in tripla organza lamè della collezione Giorgio Armani Privè. Curiosamente, la curvatura della maniche e il colore dell’abito ricordano la veste del personaggio animato di Walt Dysney.

Tutta vestita nelle gradazioni del rosa, la volpe-Lady Marian del cartoon indossava un abito con spalle paffute, anche se più lungo e con un velo come copricapo.

Ma veniamo all'esordio sulla Croisette. E’ una giuria che ama parlare, prendere posizione, affrontare temi d’attualità quella del nuovo Festival di Cannes.  Il presidente della giuria del 63esima edizione del festival di Cannes, l’americano Tim Burton, ha difeso oggi il diritto alla libertà di espressione del regista iraniano Jafar Panahi, arrestato in Iran.

Alla conferenza stampa di apertura di questa nuova edizione del festival, Burton ha spiegato: “Siamo tutti per la libertà di espressione. Ci si batte per questo ogni giorno”.

Già poco prima della conferenza stampa, il presidente della giuria aveva espresso la sua opinione sull’argomento: “Le pellicole dovrebbero essere universali, la libertà di espressione anche. A prescindere da chi si esprime”.

Jafar Panahi 49 anni, sostiene apertamente l’opposizione al regime di Teheran che ha contestato la rielezione alla presidenza di Mahmoud Ahmadinejad. Il regista è accusato dal ministero iraniano della Cultura di avere “preparato una pellicola contro il regime che riguarda gli eventi post-elettorali”.

Secondo Amnesty International, Panahi è attualmente detenuto nella prigione di Evin, con un altro regista iraniano, Mohammad Ali Shirzadi, apparentemente per avere filmato un’intervista tra un difensore dei diritti umani e un dissidente religioso.

Burton ha poi parlato diffusamente. All'ennesima domanda circa la parità dei sessi (nessuna regista in concorso), Burton non si sottrae: ‘’Per la verità è una faccenda di cui non mi accorgo molto anche perché ogni volta che sottopongo un progetto a Hollywood la metà delle persone che lo giudicano sono donne’’.

Giovanna Mezzogiorno, giurata che ha orgogliosamente posato accanto a Burton, ha precisato di ‘’non capire proprio questo tipo di domande. Non mi sento in minoranza, mi piace stare con i maschi, la creatività è una faccenda che va oltre i sessi e la femminilità è solo una ragione di orgoglio’’.

"Siamo all’inizio di un viaggio - dice Burton - L’equipaggio non si conosce ancora, ci siamo trovati simpatici ieri sera a cena, personalmente sono curioso di conoscere delle persone di cui so molto sul piano professionale e di farmi sorprendere senza schemi e pregiudizi dai film che sono stati scelti per il concorso. Tutti noi abbiamo sperimentato cosa vuol dire venire a Cannes in concorso ed essere giudicati. Mi piacerebbe che, stando per una volta dall’altra parte della barricata, fossimo spettatori e non giudici. Quando ero ragazzo si andava al cinema senza sapere tutto in anticipo sui film. Oggi per noi sarà un po’ lo stesso rispetto alle 19 novità assolute che figurano in programma. A noi di farci sorprendere’’.

 

"Ho cominciato come disegnatore professionale - ha aggiunto -. Poi è venuta la rivoluzione informatica ed è sembrato che matite e colori sarebbero stati abbandonati, per sempre. Naturalmente non è andata in questo modo e oggi mi sembra folle pensare a un futuro del cinema soltanto in 3D. Proprio i film di quest’edizione del festival, vedrete, ci diranno una volta di più che è la varietà a fare la forza e il futuro di quest’arte’’.