Capri, 28 dicembre 2010 - Gli anni '30, l’Appennino. Un matrimonio tra una specie di principessa e un mezzo mascalzone, contadino, di quelli che fanno innamorare al primo sguardo. E quella dolcezza, quell’ “alito al biancospino”, si rivelano anche maligni. Perché i belli e mascalzoni fanno innamorare, ma tradiscono, quando meno te lo aspetti. Il nuovo film di Pupi Avati, instancabile tessitore di nostalgie, narratore dell’umana commedia con i toni dolceamari di un cinema tutto suo, racconterà un matrimonio impossibile. E lo farà con i volti di Micaela Ramazzotti e di Cesare Cremonini.
 

Il film si chiamerà 'Il cuore grande delle ragazze', e le riprese inizieranno il prossimo febbraio a Fermo, nelle Marche. "Racconto una storia vera" dice il regista, settantadue anni: "quella di mio nonno e di mia nonna".
Le prime rivelazioni sul nuovo film, Avati le offre durante il festival 'Capri, Hollywood', iniziato da poco nell’isola campana, per concludersi il 2 gennaio.

 
Avati, la prima curiosità è per la scelta del protagonista. Che cosa ha visto in Cesare Cremonini? Lo conosceva già?

"Per la verità, me ne ha parlato mio fratello Antonio. Poi l’ho visto in una trasmissione, con Victoria Cabello. Mi ha colpito, prima di ogni altra cosa, la musica del suo parlare. Un’inflessione identica alla nostra, a quel parlare bolognese, ma direi addirittura di via Saragozza, di cui vado orgoglioso".
 

Da qui a sceglierlo come protagonista di un film, ancora la strada è lunga. Che cosa la incuriosiva, di lui?

"Quel volto. Uno di quei ragazzi belli di cui le ragazze si innamorano a prima vista. Un volto sorridente, ma anche un po’ da gaglioffo. Infine, mi è piaciuto il suo modo di starsene un po’ defilato, senza gli atteggiamenti da rockstar che potremmo immaginare. L’autoironia che ha mi è piaciuta subito, moltissimo".

Micaela Ramazzotti invece come è arrivata nel film?

"La conoscevo bene, in quanto aveva lavorato in una serie tv prodotta da mio fratello. Ma quando l’ho vista nei due ultimi film di Paolo Virzì, è stata per me la consapevolezza che era pienamente maturata. Che era l’attrice perfetta per quel ruolo. Le dirò di più: già me la immagino, questa coppia. E mi sembra formidabile".
 

Ma quali saranno, Avati, i toni del film?

"Sarà una commedia, surreale, piena di intreccio, ma anche molto personale. Racconta di un tempo in cui ci si sposava con un po’ di incoscienza, con disinvoltura, e con grandi speranze. Un tempo che immagino con grande nostalgia".

 
Le musiche saranno di…

"Lucio Dalla, che aveva collaborato con me ne ‘Gli amici del bar Margherita’. E nel cast, oltre a un quasi immancabile Gianni Cavina, mi è piaciuto ritrovare Andrea Roncato. Gli ho dato il ruolo del padre di Cremonini: un padre preoccupatissimo perché il figlio sta facendo la corte alla figlia del padrone. Un ruolo sorprendente, vedrete…".


E il film del quale lei è produttore, “Se sei così ti dico di sì”, con Belèn tra i protagonisti, come sta andando?

"E’ al montaggio, uscirà in primavera. Ma ha fatto tutto Antonio, io non ci ho messo molto mano; anche perché sul set un regista basta e avanza, e Eugenio Cappuccio è bravissimo…".