Roma, 28 ottobre 2011 - L’arrivo de “Le avventure di Tintin: il segreto dell’Unicorno” al Festival di Roma è un evento: il film in 3D diretto da Steven Spielberg esce oggi nelle sale italiane, ma sul red carpet dell’Auditorium di Roma oggi sfileranno i personaggi del film, ispirati ai celebri fumetti di Hergé, insieme a Jamie Bell, l’attore che nel film impersona il reporter con il ciuffo.

 

“Tin Tin mi ha cambiato la vita: sono cresciuto in una cittadina nel nordest dell’Inghilterra in cui non c’era niente da fare e i fumetti di Tin Tin mi permettevano di uscire dalla mia stanza e viaggiare nel mondo, non era un supereroe ma aveva mille avventure. Spero che molti bambini con questo film riescano a fuggire dalla realtà”, ha affermato Bell, l’attore inglese reso celebre dal film “Billy Eliott”.

 

Il film realizzato in 3D da Spielberg, prodotto da Peter Jackson, è stato girato con la tecnica del “motion capture”, che consente di ridisegnare i personaggi sopra gli attori e crea alla fine un mix tra realtà e animazione. “Essere un personaggio digitale non è frustrante, però bisogna usare la fantasia: sul set dovevo indossare una strana tuta e una videocamera che mi riprendeva da vicino. A Spielberg serviva qualcuno che si trovasse a suo agio con la tecnologia, e io l’ho convinto”. Il fatto di lavorare con il genio dei film per ragazzi per Bell era quasi un sogno: “Non pensavo che Spielberg esistesse veramente, pensavo che fosse un mago, che abitasse in un altro mondo. Nessuno come lui riesce a toccare quel senso di nostalgia e a risvegliare il bambino che è in noi” ha affermato.

 

Già si parla di una trilogia ispirata ai celebri fumetti di Hergé, ma Bell spiega che tutto dipenderà dall’accoglienza del pubblico per questo film: “Peter Jackson lo vorrebbe e io ne sarei felicissimo. Ora, però, dopo un film pazzesco come questo, amerei tornare a girare un film indipendente, o magari farei un film sulla danza, che resta la mia grande passione”.

 

GERINI: "IL MIO DOMANI, UN FILM CHE DESIDERAVO TANTISSIMO - "Lo desideravo tantissimo fare questa donna coi suoi dolori e le sue speranze, una donna coraggiosa che fa scelte forti e finalmente un ruolo drammatico da protagonista in un film d’autore’’. Cosi’ Claudia Gerini nella conferenza stampa del film di Marina Spada ‘Il mio domani’, primo lungometraggio italiano in concorso dei quattro in corsa per il Marco Aurelio al Festival del Cinema di Roma.

 

Il film, che sarà distribuito dalla Iris a Novembre, vede appunto la Gerini nell’inedito ruolo di Monica, una formatrice aziendale che vive a Milano e che scopre sempre di piu’ di avere qualcosa che non va. Tutto esplodera’ quando il padre che vive in campagna (Raffaele Pisu), muore e lei scopre che il suo lavoro non e’ esattamente quello che pensa che sia. "Il mio personaggio - ha continuato l’attrice - è una donna che più che soffrire è repressa. Comunque mi sono ritrovato a fare scene mai fatte prima, come quando dopo una scena di sesso ho interpretato un silenzio, un mutismo raggelato, dove c’era un dolore che non si poteva esprimere’’. Da parte della regista milanese al suo quarto film la scelta di Claudia Gerini in un ruolo cosi’ drammatico ‘’non è stata affatto una scommessa in quanto lei e’ un’attrice e puo’ interpretare quello che vuole’’.

 

HYSTERIA, LA NASCITA DEL VIBRATORE - Il rischio di esagerare c’era. Realizzare un film sulla nascita del vibratore in epoca vittoriana poteva risultare come un manifesto politico e scadere nel volgare. Invece “Hysteria” di Tanya Wexler, in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma è una commedia romantica molto divertente. Si ride tanto grazie a una sceneggiatura leggera e a un gran cast da Maggie Gyllenhaal a Rupert Everett, a Jonathan Pryce, a Hugh Dancy.

 “In molti all’inizio erano preoccupati dal tono che la pellicola poteva prendere - afferma in conferenza la regista - ma la storia mi ha fatto subito ridere e riflettere. Insegna che non ci dobbiamo prendere sempre sul serio. Per me, grande ammiratrice di film britannici, era molto importante rispettare il loro spirito (la Wexler è americana, suoi i film “Finding North” e “Ball in the House”, ndr) e posso dire che gli inglesi che lo hanno visto hanno apprezzato”. Siamo nella Londra del 1880 dove il giovane e brillante dottore Mortimer Granville (Dancy) trova lavoro dal dottor Dalrymple (Pryce) specializzato nel trattamento nei casi di isteria, in continua lotta contro la disapprovazione della figlia Charlotte (Gyllenhaal) sostenitrice delle donne piu’ deboli. Dalrymple è convinto che la causa del malanno sia anche la repressione sessuale, imperante in quell’epoca e cura le sue pazienti con una terapia scandalosamente efficace: il “massaggio manuale” sotto le gonne... Mortimer decide di affinare il metodo e l’invenzione di uno spolverino elettrico del suo amico Edmund (Everett) l’aiuta in una grandiosa scoperta... La Wexler ammette di aver visto tutte le commedie romantiche “fino alla noia”.

“Il film che più amo è ‘A qualcuno piace caldo’ ma anche le commedie con Katharine Hepburn e Cary Grant. Ho visto anche le pellicole in costume come ‘Casa Howard’ e mi sono ispirata a ‘Cold Confort Farm’” (di John Schlensinger con Kate Beckingsale, ndr). Insieme alla regista, i due attori Maggie Gyllenhaal e Rupert Everett e Stephen Dyer che insieme alla moglie Jonah Lisa ha scritto la sceneggiatura. Tutti d’accordo nel raccontare il grande entusiamo per il progetto e l’ilarità un po’imbarazzata suscitata. “L’idea di per sè era divertente”, dice Everett che sottolinea di trovarsi piu’ a suo agio in ruoli divertenti ed eccentrici.

“Sono molto piu felice oggi rispetto a quando ero giovane. Rivedendo i miei film - continua - noto che ero piu’ teso. Adesso forse non ricordo le battute ma mi diverto di piu’”. “Molti uomini mi hanno chiesto -racconta lo sceneggiatore - ‘ma perche’ hai scritto un film sulla nascita del vibratore e sull’orgasmo femminile?’ Io dico: Abbracciate la tecnologia, puo’ essere d’aiuto, un alleato...”. Nei titoli di coda del film si vede la Regina Vittoria che riceve il desiderato vibratore e a un giornalista che chiede se davvero a corte si hanno notizie su un suo possibile uso, Everett risponde: “La regina non era poi cosi’ vittoriana... Il principe Alberto era superdotato e la regina aveva con lui un rapporto molto intenso. Alla sua morte si sono trovate ricevute di una farmacia per acquisti di Laudano (sostanza a base di oppio usata come sedativo, ndr). Insomma non si puo’ pensare che non fosse sveglia...”. Fino al 1920, assicurano tutti, sulle riviste era molto pubblicizzata la vendita del vibratore, oggetto ancora oggi piu’ venduto tra i gadget erotici, “solo in Alabama - conclude la regista - e’ vietata la sua vendita”.