Roma, 3 novembre 2011 - Per festeggiare gli 80 anni di Monica Vitti il festival di Roma presenta ‘La Dolce Vitti’, il volume curato da Stefano Stefanutto Rosa realizzato da Cinecitta’ Luce. Sempre al Festival di Roma è allestita anche una mostra fotografica sulla carriera di quella che e’ una delle piu’ grandi interpreti del cinema italiano, e non solo.
 

Toccante il ricordo di Roberto Russo, marito dell’attrice, che nel libro la descrive così: "Un’artista in cammino dall’inizio della sua carriera. Non si e’ mai fermata. Era naturale che prima o poi scrivesse i suoi film e li dirigesse".  Russo, da quando la Vitti è stata colpita da una malattia degenerativa, ha condotto con lei una vita lontana da ogni esposizione mediatica, nelle pagine del libro, si sofferma su ognuno dei progetti realizzati insieme.

"In tutti i personaggi di Monica c’è un po’ di lei - spiega Russo, compagno della Vitti dai primi anni ‘70 e suo marito dal 2000 - del suo carattere a volte anche del suo modo di pensare e di agire. Monica ha sempre lavorato sulle sceneggiature che le mandavano per cucirsi addosso il personaggio. Percio’ in realta’ Flirt non e’ la prima sceneggiatura alla quale ha collaborato e’ solo la prima che ha firmato".


L’intervento termina con un brano scritto dalla Vitti all’epoca del lancio di Scandalo segreto, per parlare della sua esperienza di neoregista: C’e’ sempre un’altra storia che si inserisce nella tua mentre stai girando, il punto e’ restare fedele alla prima - spiega - Durante le riprese non ho pensato a me, a come ero fisicamente, ma a come raccontare la storia. Volevo essere sincera a qualunque costo. Mettermi a nudo. Io che non mi sono mai spogliata. Forse non avrei dovuto rischiare fino a questo punto. Ma era tecnicamente dolce e l’ho dovuto fare. E’ uno striptease psicologico. Ma non il mio. Non e’ la mia storia. La sincerità può essere uno stile? Non lo so. Ho cercato di essere severa, dura con me stessa. Senza pietà".


E stasera Rai Storia dedica alle 80 candeline di Monica Vitti uno speciale appuntamento, a cura di Giovanni Paolo Fontana, in onda alle 19.05 (sul canale digitale terrestre e su Tv Sat) per ricordare la grande attrice premiata con il Leone d’oro alla carriera al Festival del Cinema di Venezia quindici anni fa.

Si tratta di “In arte Monica Vitti”, una produzione Res, di Giuseppe Giannotti e Davide Savelli, che “fotografa” a tutto tondo la grande attrice. Commediante versatile, passò da ruoli comico-brillanti a partire dal 1955, anno di Ridere! Ridere! Ridere!, a quelli drammatici e piu’ complessi. Protagonista intensa e scontrosamente eclettica, interprete eccezionale dell’angoscia e del vuoto esistenziale, preferi’ poi la commedia all’italiana, fino ad allora genere monopolizzato dagli uomini, insistendo pero’ nella recitazione con una sfumatura grottesca.

Verso la metà degli anni Sessanta, per smentire chi ormai la considera soltanto l’attrice della "incomunicabilità antoniana", cambia totalmente registro, dedicandosi alla commedia comico-brillante. La sua innata verve l’ha accompagnata per ben quarant’anni di carriera, in cui ha spaziato con stile e talento da ruoli drammatici ad altri piu’ brillanti accanto ad attori come Alberto Sordi, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini.