di Giovanni Bogani

CANNES, 23 maggio 2012 - HA I CAPELLI lunghi da vichingo. E sempre quella naturalezza, quella facilità nel sorridere, nel muoversi, che ti dà persino l’idea che ti stia prendendo continuamente in giro. Brad Pitt è indiscutibilmente “la” star della Croisette, oggi. Anche senza Angelina. Che non c’è – a giorni sarà su un set – ma c’è ugualmente; perché ai giornalisti che lo incalzano, Bradd conferma che diventerà, tra non molto, Mr. Jolie.
Nel film “Killing Them Softly” che ha presentato ieri in concorso, e di cui è protagonista e produttore, Mr. Jolie è uno che – per dirla con “Pulp Fiction” – risolve problemi. Specialmente quando il problema sono degli esseri umani in giro, che vanno condotti allo stato di cadavere.

IL GIORNALISTA spagnolo gli chiede se – essendo anche papà – non lo metta in imbarazzo interpretare un killer, e di questo genere. «Ma no», risponde tranquillo. «Trattandosi di una storia di criminali, l’omicidio è una delle possibilità. Sarebbe molto più imbarazzante, per me, interpretare un razzista». E riguardo alla violenza, in generale, Pitt dice: «Viviamo in un mondo così violento, e dobbiamo accettare che i fatti sono questi. Ma anche nelle cose più quotidiane. Avete mai mangiato un hamburger? Avete mai visto come macellano le mucche? E’ una cosa barbara, orrenda, violenta. Ed è il mondo in cui viviamo. Si può raccontare la violenza del mondo con stile, la si può romanticizzare in qualche modo, ma non vedo un mondo in cui la violenza non esista».
Non c’è solo la violenza, nel film diretto dal neozelandese Andrew Dominik. C’è anche un riferimento continuo al sogno di Obama, alla crisi americana, a quel “We Can” che forse non è andato in porto. “Ma il nostro non è un film politico, né vuole esserlo”, sottolinea più di una volta. Chissà se ci crede.

I CRONISTI, però, vogliono sapere un’altra cosa. Vogliono tutti sapere se e quando Brad, l’uomo più desiderato del mondo, si sposerà. «Angelina Jolie sarà con lei stasera?», gli chiede uno. «No, vorrebbe ma non può. Sta preparando un film che inizierà a girare prestissimo...». Una giornalista di Hong Kong va più avanti, e domanda: «Essendo lei uno degli attori più richiesti sul mercato, e di quelli che lavorano di più, la sua agenda sarà fittissima. Ma adesso, il suo matrimonio, di cui si parla sempre più spesso, cambierà i suoi piani di lavoro? «Beh, non abbiamo una data», dice Pitt, ammettendo implicitamente il matrimonio. «Davvero, non abbiamo una data», ripete.
Infine, non si sottrae neppure a una domanda che allude al recente incidente di cui è stato protagonista Will Smith. Smith aveva preso a schiaffi un giornalista che aveva cercato di baciarlo. «Beh, io non prenderei a schiaffi nessuno», dice Pitt. «Voglio dire, non vorrei che nessuno si facesse male». Nella vita. Nel film, gli spara dritto in faccia. Ma quello è il cinema, che della vita è – in fondo – il reparto giochi.