Cannes, 24 maggio 2012 - «Almeno da dieci anni volevo fare questo film. E per farlo, ho studiato di tutto. Ho incontrato moltissime persone; ho viaggiato, ho percorso migliaia di chilometri prima e durante le riprese di questo film», dice Walter Salles. In 'Central do Brasil' andava dalla stazione brulicante, piena di anime dannate di Rio de Janeiro fino al Nordeste brasiliano divorato dal sole. Nei 'Diari della motocicletta' il suo Che Guevara montava la solenne e sgangherata moto Poderosa nelle strade dell’America latina, incontrando indios, campesinos e poveracci di ogni tipo. E stavolta, Walter Salles è di nuovo 'On the Road'. Anche nel titolo. Non c’è niente da fare: a lui piacciono gli orizzonti, i viaggi, la libertà. E le rivoluzioni.

Fu una vera rivoluzione, quella dei ragazzi della Beat Generation. Quelli che, tra il 1947 e il 1951, senza soldi, con la fame e la sete di vita, attraversarono l’America in autostop, nei bus Greyhound, nascosti nei treni merci, su auto polverose. Quei ragazzi diventarono tutti artisti. Uno di loro scrisse il libro 'On the Road', che cambiò la vita a intere generazioni di lettori. Quel ragazzo si chiamava Jack Kerouac. E dal suo libro, la Bibbia della ribellione del ’900, Walter Salles ha tratto il suo film, ieri in concorso a Cannes, con Viggo Mortensen, fra i protagonisti, nei panni di Old Bull Lee (William S. Burroughs). «Volevo raccontare il momento in cui l’America ha vissuto un risveglio politico, artistico e sociale», dice Salles. «La Beat Generation ha allargato le frontiere della cultura nell’America conservatrice degli anni ’50. Mi piaceva raccontare l’alba di una nuova epoca. E raccontare questi ragazzi, che sono in fondo gli ultimi innocenti».

Il più innocente di tutti, nel film, è Dean (l’attore Garrett Henlund), che ne combina di tutti i colori, si droga, si ubriaca, fa l’amore con uomini e donne, ma soprattutto donne. E le donne, nel film, sono Kristen Stewart e Kirsten Dunst. La Dunst interpreta Camille, la scrittrice Carolyn Cassady: «L’ho incontrata attraverso le sue opere, purtroppo non dal vivo. Anche se il mondo è cambiato e le nuovi generazioni sono molto diverse oggi, credo che questo film sia vivo e attuale».

Per Kristen Stewart (Marylou) c’è anche una scena piuttosto osé, in cui nuda nell’automobile che attraversa il Midwest, masturba contemporaneamente i due protagonisti, nudi anche loro. «No, non mi ha fatto paura girare quella scena», dice Kristen, che tuttavia si allontana un bel po’ dal romanticismo dark di 'Twilight'. «Abbiamo girato in esterni e non si poteva fare tutto a lume di candela. Ma il lavoro dell’attore è anche quello di spingersi oltre i propri limiti. Se non si osa, non si va da nessuna parte. Per interpretare il mio ruolo, ho parlato a lungo con la figlia di Luanne Henderson, la persona a cui il personaggio è ispirato. Non mi ha dato informazioni, ma sentimenti; che sono molto più importanti. Mi sono fatta l’idea di una donna che amava quei ragazzi, ma a cui non interessava fare parte di un momento; lei voleva solamente vivere».
 

Giovanni Bogani