di Giovanni Bogani

CANNES, 25 maggio 2012 - C’ERANO ANNI in cui Nicole Kidman era in tutti i festival del mondo. Poi Nicole era un po’ sparita. Ora pare felice, col nuovo amore, il musicista Keith Urban, e le due figlie nate da madre surrogata. Serena, e torna a Cannes con due film. Uno è “The Paperboy” di Lee Daniels, il regista da Oscar di “Precious”, presentato ieri in concorso. L’altro è “Hemingway and Gellhorn”, di Philip Kaufman, in cui la vedremo in coppia con Clive Owen. Serena: tanto da affrontare, da splendida quarantacinquenne, i flash dei fotografi sulla Montée des marches. E da accettare, senza battere ciglio, le numerose scene di sesso che le ha chiesto di girare il regista Lee Daniels.

IN “THE PAPERBOY”, tratto dal romanzo di Pete Dexter, Nicole è una donna che scrive lettere d’amore a un detenuto che rischia la condanna a morte. La prima volta che lo incontra in parlatorio – la guardia avverte «niente contatti fisici, niente oggetti da passare, niente di niente» – riesce a provocargli un orgasmo senza neanche sfiorarlo. Metodo “Basic Instinct”. «No, non ho avuto imbarazzo ad aprire le gambe e strapparmi le calze in quella ripresa», dice Nicole Kidman. «Non ho avuto esitazioni in nessuna delle posizioni provocanti che dovevo avere. La cosa strana è che io e John Cusack non ci eravamo incontrati, prima di questa scena. Ci siamo conosciuti direttamente “da personaggi”, per quella performance lì. Era un metodo pericoloso; ma dava anche più forza alla scena».
Del resto, quando un’attrice si fida del suo regista, fa tutto quello che lui le chiede. «Avevo visto e amato ‘Precious’, il film precedente di Lee Daniels, ed ero pronta a fare di tutto per il suo nuovo lavoro», dice Nicole. Non stiamo parlando solo di scene erotiche. «Ho parlato con Lee, mi ha detto chiaro e tondo che non c’erano soldi, e che il make up me lo dovevo fare da sola. Così, mi sono scattata delle fotografie provocanti, in bagno, da sola, truccata da Barbie sexy come il mio personaggio, e gliele ho mandate. E anche per le scarpe e i costumi mi sono arrangiata con i miei. Ma questo è il bello del cinema indipendente».

ZAC EFRON, venticinquenne innamorato di Nicole Kidman nel film, le fa una dichiarazione d’amore anche in conferenza stampa: «La amo fin dai tempi di “Moulin Rouge”, volevo essere una pagina bianca a sua disposizione». John Cusack, che nel film è il detenuto, dice: «Con Lee Daniels non bisogna usare solo l’intelletto: a volte è meglio l’istinto».

LEE DANIELS, il regista che ha riportato l’entusiasmo alla Kidman, è un ragazzone di colore di cinquant’anni. Dichiaratamente gay, vive ad Harlem con il compagno e gli amatissimi due figli adottivi: i figli del fratello, in prigione per omicidio. «Ho fatto un film sull’America degli anni ’60, ma in realtà ogni personaggio è uno che conosco», dice. «Mio fratello è in prigione per omicidio, ora ha quarant’anni e ha donne che gli scrivono lettere, proprio come Nicole Kidman nel film. E i bianchi che si vergognano di avere rapporti con i neri – come nel film – non esistevano solo fino agli anni ’60. Non sapete quanti ragazzi biondi e con la pelle chiarissima hanno avuto rapporti intimi con me, ma se ne vergognavano!».