Cannes, 26 maggio 2012 - Nella limousine di 'Cosmopolis', Robert Pattinson parla di finanza, di crisi dei mercati, fa sesso con Juliette Binoche. Nella Limousine di Cannes, sta invece con Kristen Stewart. E con lei lo hanno fotografato a un party, a scambiarsi baci.Insomma, non esattamente una coppia in crisi. E beati loro. Idoli-vampiri di 'Twilight', uno dei successi mondiali degli ultimi anni, amanti sul set. E innamorati nella vita, nonostante le voci di crisi, di separazioni. Insieme anche a Cannes. Perché lei è la protagonista di 'On the Road', in concorso; e lui è il protagonista di 'Cosmopolis', il film di Cronenberg presentato ieri in gara, e in uscita da ieri in tutta Italia. Incontriamo Pattinson in un hotel di Cannes. Sereno, sorridente, un ragazzo di ventisei anni come tanti altri. Una Schweppes in mano, e lo stesso vestito da Iene che ha nel film.

Pattinson, ha visto il film 'On the Road'?
«Sì, l’ho visto: bel film, poi era una sensazione curiosa, c’era un sacco di gente che conoscevo… Il libro 'On the Road' l’ho letto, ma non è esattamente la mia Bibbia. Diciamo che è di un’altra generazione».

E’ vero, è giovanissimo. Ma non è anche pesante, a volte, tutta questa popolarità?
«Sì, in questi cinque anni mi sono successe cose incredibili. E può essere pesante: tutti i fotografi… Ma nessuno mi obbliga a frequentare persone, salotti e cinematografi. Basta chiudersi in casa quando necessario. E io non sono mai stato una persona tanto sociale».

Ma come è stato affrontare questo personaggio?
«Per due settimane, prima delle riprese, me ne sono stato in una stanza d’albergo a ragionare, a confondermi, a preoccuparmi. Poi è venuto David, il weekend precedente al primo ciak, e mi ha detto: stai tranquillo. Segui il ritmo delle parole. E’ semplice. E ho fatto esattamente così. A volte noi attori crediamo di dover essere 'intelligenti' per forza, e invece è proprio quando facciamo così che diventiamo stupidi».

A questa dichiarazione di umiltà, reagisce David Cronenberg. «No, in realtà Pattinson è l’attore più serio con cui abbia lavorato. 'Twilight' è un incidente di percorso, per lui».

In che senso? «Nel senso che lui è un attore di qualità, che per caso si è trovato ad ottenere il grande successo popolare. E’ la stessa cosa che è accaduta con Viggo Mortensen, con cui ho girato 'Una storia violenta': un bravissimo attore diventato di colpo star, grazie al 'Signore degli anelli'. Ma in entrambi i casi non sono loro che sono attori 'commerciali'. E poi, non lamentiamoci del successo di pubblico: se Robert non fosse stato reso celebre da 'Twilight', nessuno avrebbe finanziato il mio film. Quindi alla fine devo ringraziare 'Twilight'…».

Questo, Cronenberg, vuol dire che tornerà a girare con Pattinson?
«Se fosse per me, certo che sì! Anzi, vorrei fare un prossimo film con Viggo e Robert insieme!».

Una curiosità: ma lei, Pattinson, si intende di finanza come il suo personaggio?
Ride, come il ragazzo che è: «Ma no! Assolutamente no! Anzi, diciamo che di finanza non ci capisco proprio niente…».

Giovanni Bogani