Roma, 25 gennaio 2013 - Arnold Schwarzenegger torna a sparare al cinema nel film “L’ultima sfida” di Kim Jee-Woon (dal 31 gennaio) ma oggi a Roma, parlando delle recenti stragi in Usa, si è schierato dalla parte di Obama: “Il Presidente non ha affrontato il problema delle armi da un solo punto di vista, ma ha fatto una serie di proposte sulla sicurezza nelle scuole e sulla malattia mentale, per esempio. E’ un problema che va affrontato in maniera globale e in questo sono d’accordo con lui”.

L’ex governatore repubblicano della California, di nuovo protagonista sullo schermo dopo 10 anni di carriera politica, ci ha tenuto a sottolineare che le scene di sparatorie che appaiono in questo film “hanno come unico obiettivo l’intrattenimento” e poi ha precisato: “Dobbiamo separare l’intrattenimento dalla realtà, ma allo stesso tempo quando ci sono stragi e sparatorie noi dobbiamo raccogliere la sfida e chiederci tutto quello che possiamo fare per ridurre al minimo queste tragedie e le perdite di vite umane”.

L’attore, 65 anni, in questo action-movie è un anziano sceriffo di provincia che di fronte alla fuga di un pericoloso criminale diventa un implacabile difensore della legge, equipaggiato di ogni sorta di armi. Oggi si è detto “felice di poter rifare i tradizionali film di Schwarzenegger, con inseguimenti, combattimenti, scontri, sparatorie e acrobazie”, ma ha anche confessato: “Se sei una persona affamata di conoscenza la politica è il miglior lavoro che tu possa fare”.

Per l’eroe di “Terminator” quei 10 anni in politica sono stati “i più istruttivi della mia vita: ogni giorno, dalle 7 di mattina alle 7 di sera, dovevo affrontare mille argomenti diversi, dal problema degli homeless all’applicazione della legge con la polizia, al funzionamento delle carceri, al pericolo terremoti. Potete immaginare quante cose abbia imparato: sono stato felice di portare avanti quell’incarico, ma ora sono entusiasta di tornare al cinema”.

L’attore si è detto anche “felice” che lui e gli altri eroi d’azione come Sylvester Stallone e Bruce Willis non abbiano mai avuto veri eredi al cinema, ma ha confessato che oggi i suoi eroi sono altri: “Nelson Mandela, Michail Gorbaciov, Ronald Reagan, Roosvelt, Lincoln, ma anche Mohammed Alì. Gorbaciov è arrivato al vertice e ha smantellato un sistema che non funzionava, Mandela è stato 27 anni in carcere e quando è uscito ha parlato di perdono, Mohammed Alì è stato il più grande boxeur di tutti i tempi, ma è anche l’uomo che brilla di più per generosità. Sono loro i veri eroi” ha concluso.