Milano, 20 settembre 2010 - Lavori di casa. "Se vuoi venire a darmi una mano... sto svuotando gli armadi perché non ci sta più niente. Trovo mutande del ’15-’18". Poi c’era da andare al Moa, il festival delle identità sonore e golose con Morgan, Baustelle e Jessica Brando organizzato da Davide Van De Sfroos a Como.

"Quello è l’ultimo dei problemi: mi siedo lì e quel che mi viene, mi viene". Mai cose banali, vero Davide, perché l’Ornella ha una lunga memoria emotiva, è stata la testimone privilegiata di un’epoca, dal Piccolo Teatro di Giorgio (Strehler) alla Milano da bere di un altro Giorgio (Armani) e altri maestri di moda e di stile. Anche se lei ha frequentato la parte migliore e colta di Milano.

Tema: come hai passato le vacanze.
"Sono stata operata a un polipo alle corde vocali e non ho potuto cantare per due mesi. Quindi mi sono fatta una lunga vacanza. Prima con un’amica in Sardegna, su una barca, quelle di un lusso sfrenato, che mi piace come a tutti finchè mi ritrovo in un porto con 400 barche di 40-60 metri e mi sembra che non ci sia più un’anima. Allora sono fuggita in Romagna".

Sulla Riviera Romagnola?
"A Cattolica, con i miei nipoti, in quello spiaggione dove non c’è posto neanche per uno spillo e le piscine sono di colore giallo perché i bambini ci fanno la pipì. Ridevo come una pazza ed ero felice. Matteo ha 15 anni, un armadione molto intelligente, ha tanti amici, è nell’età della strada. Camilla ha 12 anni, molto bella, già signorina. Veste molto bene. Un giorno si è messa per uscire un pantacollant, scarpe splendide, poco trucco, capelli a onde. E un toppino appena sbottonato per far intravvedere il primo reggiseno. Arriva Matteo e sbotta: abbottonati, ti guardano tutti, dai 90 anni ai ragazzini! Protettivo e geloso, ma si adorano (prima lui non ci voleva dormire nella stessa camera, adesso è orgoglioso e sono grandi amici)".

Sei finita anche sulle riviste di gossip.
"E’ uscito su “Chi” che io giravo in Sardegna con un 40enne superpalestrato. Ho preso in giro il mio personal trainer ma stavo con un’amica. Su un’altra rivista leggo di me: donna intelligente, bella carriera e alla sua età ha ancora il “trombamico”. Ti rendi conto? Alla fine sono tornata a Milano, anche perché dovevo lavorare con Mario Lavezzi sui “parlati” dell’album registrato dal vivo al Blue Note".

Ho letto anche che ti davi alla politica (subito smentita).
"Ero seduta di fianco a Letizia Moratti, a una cena, e c’era anche Red Ronnie appollaiato con la telecamera accesa. Ho detto, ridendo: voglio entrare in politica. Perché giri con la macchina blu e hai la pensione a vita. Non per la politica che mi fa schifo. Sono finita in rete ma senza la seconda parte del discorso".

Ultimi libri e film?
"Sono partita con 'Mariti' e 'I filosofi e l’amore', da Socrate alla Beauvoir. Poi mi sono appisolata al sole. Mi impigrisco molto al mare... Per ora, ho visto 'Somewhere' di Sofia Coppola".

Piaciuto?
"Il senso del film. La bambina ti fa vedere che si può vivere di piccole cose. Ma di qualità. La sua reazione davanti al trash dei Telegatti è sublime".

Hai sentito il tuo amico Paolo Fresu?
"Paolo, la mia tromba amica, il genio sardo del jazz. Era al mare con moglie e bambini su un grande gommone, anche se non sa nuotare. Molto simpatico e carino. Il suo suono mi ha sempre preso l’anima, è il più vicino a Chet (Baker). Tecnicamente a Miles. Quando ho cantato per la prima volta “I get along without you very well” ero con il gruppo di Paolo e Antonello Salis. Non l’avevo mai fatta, anche se l’avevo nella strozza da anni. Esitavo. Fresu mi dice: parti a cappella, poi entriamo noi. Risultato: perfetta".

C’è anche nel 'live' al Blue Note con 'My Funny Valentine', 'Aria', 'Vita', 'Quanto tempo e ancora', 'Ogni volta', 'Domani è un altro giorno', 'I maschi', le brasiliane. 'Senza fine'.
"Mi sono divertita moltissimo, il jazz club è molto attraente, intimo, con la gente vicina. Abbiamo guadagnato una cifra così grande che non abbiamo potuto neanche fare la spesa da Peck". Il tempio della gastronomia meneghina.