Milano, 21 ottobre 2011 - UN BACIO per tre, più alla Renato che da Molleggiato. Ma “Non ti accorgevi di me”, scritta da Giuliano Sangiorgi per Adriano Celentano e suonata in studio dai Negramaro, è un singolo in radio da oggi e un segnale di curiosità e apertura, di svolta. Nella continuità e nella contiguità melodrammatica. Emotiva. Melò è il singolo che anticipa un album, in uscita il 29 novembre, di cui non possiamo sperare che il meglio. Perché sancisce la rinascità del Clan. Adriano ha infatti chiamato negli studi del produttore Michele Canova Iorfida a Milano, un gruppo di amici importanti. Franco Battiato firma pezzo e lo canta con lui, sugli arrangiamenti di Nicola Piovani. Lorenzo Jovanotti (Cherubini) porta due canzoni, una per il duetto, l’altra per il mancato suocero, frequentato ai tempi della storia con Rosita. Suo mito vero da sempre.

Giuliano Sangiorgi interpreta un secondo inedito con Celentano, che coinvolge poi tutti in un suo brano. Io l’amavo la odiavo...Molto tempo è passato, Giuliano ha una sensibilità antica e moderna. Diversa. Racconta la passione di un triangolo in cui non c’era cura ma attesa, l’assenza di lei e la presenza di un altro. Un passo avanti rispetto alla gelosia nuda e cruda di “La carezza in un pugno”, “Veleno”, tangazzi, eravamoincentomila e graziepregoscusitornerò. Ballatona potente, scavata sotto dal rock sporco e affilato, chitarre carsiche che implodono, mentre la voce di Adriano è una mola che macina e scava nel futuro e nel proprio passato. Alla fine Celentano canta solo Celentano, ma con la produzione, le idee di oggi. Funziona l’idea di coinvolgere la band Negramaro oltre Sangiorgi, un remix come gioco, citazioni d’archi sullo sfondo.
Questo è anche il manifesto spudorato, senza nascondersi dietro l’alluce del gruppo, del mondo sentimentale di Giuliano, la spiegazone di quel che è successo prima, durante. E dopo con i Modà. Un testo che non ha la sintesi forte della canzone popolare di una volta, ma declina dinamiche di coppia e tradimento che hanno più anse e ansie che certezze. Una fragilità che ha bisogno di suoni sregolati sotto, una storia dall’inizio e dal finale aperto. L’innamorato e l’amante, l’oggetto del desiderio, un tradimento e il suo doppio. Sullo sfondo una paura della solitudine, un bisogno di affetto che è più forte dell’orgoglio, dell’istinto di sopravvivenza. L’amore, ritrovato, ha imparato ad odiare e non lo rimuoverà più. Anche se il cuore è debole e canta: «...come d’incanto dimentico tutto, che un bacio è per tre...».

UN PERCORSO di conoscenza doloroso. «Non ti accorgevi di me se poi ti venivo a cercare/ Non mi accorgevo di te che mai eri pronta ad amare/ Non ti curavi di me perché già sapevi che io/ Se mi curavo di te a farmi male eri ancora tu». Parole non maschiliste ma realiste. Chi confessa «tanto sapere di un altro non cambia i miei giorni vissuti ad un passo da te, senza capire perché sulla pelle conserva dei tagli ancora per me» non è esente da un silenzioso rancore. Non c’è il video del singolo, per ora, (manca fra gli autori Mogol). L’album avrà otto, nove canzoni è prodotto dal Clan Celentano e distribuito da Universal Music. Da oggi, il singolo è disponibile anche in download sul canale i-Tunes.