Bologna, 1 marzo 2012 - Argentina Santos, la decana del fado portoghese, lo aveva definito “o fadista pequenino”, il fadista piccolino. Lucio Dalla amava Lisbona e la musica popolare portoghese; l'aveva conosciuta durante le sue tournée e una sera, con Gianni Morandi e Luca Carboni, si era fermato, tanto tempo fa, in un locale di fado amatoriale del Bairro Alto e aveva ascoltato gli artisti non professionisti che si esibivano.

Così, quando qualche anno dopo, nel 2005, Marco Poeta, chitarrista recanatese, gli propose di unirsi all'Accademia del Fado per alcune serate in Italia e per sbarcare poi a Lisbona, in un tempio della musica come il teatro Sao Luiz, Lucio accettò immediatamente. L'evento ci fu sabato 23 aprile 2005; una serata omaggio degli artisti italiani al fado di Lisbona. L'Istituto italiano di cultura, diretto allora da Giovanni Biagioni, e il festival Sete Sois Sete Luas, diretto da Marco Abbondanza, organizzarono una serata pregevole: tutto esaurito in teatro, con una platea divisa fra italiani in viaggio e lisboeti curiosi, tre ospiti magnificenti del panorama locale, appunto la cantante Argentina Santos, il chitarrista Jorge Fernando e il “professore” di guitarra portuguesa Antonio Chainho, e poi i musicisti italiani.

Oltre a Poeta, che aveva cullato e poi realizzato il sogno, e alla sua guitarra portuguesa, Paolo Galasssi alla chitarra, Matteo Moretti al basso ed Elisa Ridolfi, voce nostrana del fado. Dalla, ricordo, era abbastanza teso durante le ultime prove: era comunque una serata “difficile”, da giocare in campo avverso e confrontandosi con la materia degli ospitanti. Ma il successo popolare (quello dei critici sui giornali fu più moderato) fu tale che si sciolse ben presto e dopo il concerto, nella serata che proseguì allo sfavillante “Alcantara Cafè”, Lucio non ebbe dubbi: “Una serata emozionante e divertente, va ripetuta. Quando i cuori degli artisti battono nella stessa direzione, tutto diventa più facile”. E parlò, lungamente, di “completo abbandono, sinergia, comprensione, festa, sorriso” e ancora di Argentina Santos: “Quando sul palco hai lei, la regina, ogni barriera cade”.

Caddero, le barriere, quando Dalla e Jorge Fernando duettarono in “4 marzo 43”, quando il balanço del fado sorprese tutti in “La casa in riva al mare” e “Sulla rotta di Cristoforo Colombo”, e poi, dopo una decina di brani, l'esplosione con “Caruso” stile fado, e lì italiani e portoghesi si abbracciarono in un unico afflato. Uscimmo dal Sao Luiz sicuri che per una sera Lisbona era davvero diventata italiana. Tutto le volte che ci sono tornato, Argentina mi ha sempre chiesto come stava “o fadista pequenino”. La prossima volta le dovrò dire la cruda verità.


Riccardo Jannello