di Andrea Spinelli

Roma, 9 marzo 2012 - Quando la vita, senza avvisare, si porta via una parte di te tutto finisce col cambiare prospettiva. E per Antonello Venditti la perdita di Lucio Dalla è stato un colpo di rasoio capace di trasfigurare pure il significato anche della grande festa di compleanno organizzata ieri sera al PalaLottomatica di Roma. Da un lato c’erano questi sessantatré anni da celebrare tra cori, fette di torta e mimose, mentre dall’altro il ricordo di quell’amico a cui il cantautore romano dice di dovere eterna riconoscenza per avergli insegnato "il gusto del divertimento".

Ed è proprio a Lucio, a Francesco Pinna e a Matteo Armellini, i due ragazzi ghermiti dal destino mentre allestivano i palchi di Jovanotti e di Laura Pausini, che ieri è andato il suo primo pensiero. "La morte fa parte della vita, per questo prima di cominciare questo concerto che è un omaggio proprio alla vita, volevo il frastuono di un minuto di silenzio per una persona che mi ha sempre detto: non rompere, vai e canta e divertiti. Ma anche per due persone che hanno avuto forse meno eco mediatica di Lucio ma sono morti per la musica" ha ricordato Antonello, che all’anagrafe però rimane Antonio Venditti, ammutolendo il PalaLottomatica.

Poi è stata solo musica. Festa di compleanno, festa della donna, e festa d’inizio tournée; tutto in una notte varata sulle note di “Unica” e poi proseguita in direzione de “Il compleanno di Cristina”, di “Giulio Cesare”, di quella “Piero e Cinzia” invocata inutilmente per anni dai fan così come un’altra prelibatezza di questo nuovo show quale “Ogni volta”. Ma a riscaldare la band di otto elementi (più due coriste) fra cui “Toti” Panzanelli alla chitarra, Amedeo Bianchi al sax e Alessandro Centofanti alle tastiere c’è pure “Roma capoccia”, unica eco di quel “Theorius campus” dato alle stampe da Antonio-Antonello assieme a De Gregori quarant’anni fa tondi tondi. Un altro anniversario da festeggiare con questo lungo tour dagli spigoli rock atteso pure a Milano il 27 marzo, Ancona il 31, Perugia il 12 aprile, Bologna il 14, Firenze il 23, Rimini il 26 maggio. Derek Wilson, come sempre alla batteria - anche se stavolta in condominio Alessandro Canini in un testa a testa ritmico dal sapore molto anni Settanta - è l’unico superstite in scena di quel primo, lontanissimo, vagito cantautorale.

Le canzoni di “Unica” vengono utilizzate da Venditti come lenti per guardare quelle del passato in un’altra dimensione. Ecco così nelle due ore e mezza abbondanti “Come un vulcano” sposarsi con “Benvenuti in paradiso”. C’è pure “Forever” il nuovo singolo accompagnato in tv da un videoclip girato dal cantautore romano assieme ad Olivia Magnani, nipote dell’indimenticata Nannarella all’Idroscalo di Ostia, davanti alla stele dedicata a Pasolini. Tagliata all’ultimo momento “La ragazza del lunedì” il brano più sarcastico dell’ultimo cd in cui versi tipo «Silvio, che farò senza di te». Sono sette anni che l’autore di “Sotto il segno dei pesci” nei suoi concerti non si ritagliava uno spazio tutto suo, solo alla tastiera a tu per tu col sentimento di canzoni come “Notte prima degli esami” o “Ci vorrebbe un amico”. L’altra sera è accaduto, stillando dal piano rosso-passione pure “Grazie Roma”.