Roma, 12 aprile  2012 - Hanno suonato anche davanti al principe Carlo d'Inghilterra. E' successo a Ischia, nella casa della fondazione dedicata al compositore inglese William Walton. Ma c'è stato un altro incontro importante. Casuale, ma sicuramente fortunato. Dopo Five Pieces, uscito nel 2011, il duo formato dalle sorelle Natascia (violino) e Raffaella Gazzana (pianoforte) è tornato a incidere per l'etichetta Ecm del produttore tedesco Manfred Eicher. Lo stesso di musicisti come Keith Jarrett, Jan Garbarek e l'Hilliard Ensemble. E' appena uscito un nuovo disco del duo dedicato a brani di cinque compositori del Novecento e dei giorni nostri (il già citato Walton, Dallapiccola, Poulenc, Silvestrov, Schnittke) con la caratteristica comune di dare uno sguardo a forme e sonorità del passato. Nel parliamo con Natascia Gazzana.

Come nasce il Duo Gazzana, dato che non è scontato che due sorelle possano convivere in un sodalizio artistico?

«Siamo cresciute in una casa dove i due genitori, insegnanti, erano grandi appassionati di musica classica e si dilettavano a suonare. Raffaella ha iniziato con il pianoforte, poi per emulazione mi sono avvicinata allo studio del violino. Abbiamo seguito percorsi paralleli: dopo i corsi in Italia siamo andate in Svizzera (Losanna, Ginevra, Berna) con insegnanti provenienti dall'estero perché in quel paese sono  molto valorizzati. Tornate in Italia dopo il diploma abbiamo vissuto tra Roma e Firenze, dato che insegnavamo entrambe alla Scuola di musica di Fiesole. Mia sorella si è trasferita da poco a Berlino, mentre io sono rimasta a Firenze».

Cosa vi ha spinto a insegnare a Fiesole?

«Abbiamo conosciuto Piero Farulli, il fondatore della scuola, quando venne a Losanna per una master class. Ci ha colpito per il suo carisma e dopo averci sentito suonare ci ha convinto a perfezionarci a Fiesole, facendo la spola con la Svizzera, dove abbiamo studiato con il Trio di Milano. Lui stesso ci ha poi invitato a insegnare alla scuola».

Come è avvenuto il contatto con Manfred Eicher, è lui che cerca gli artisti o viceversa?

«La nostra è stata una storia comune a quella di altri musicisti. I dischi Ecm nascono infatti dagli incontri di Eicher che ama molto ascoltare musica al di fuori del suo ufficio di Monaco di Baviera sommerso dai demo. Per quanto ci riguarda tutto è avvenuto a Roma durante un'iniziativa dedicata ad Arvo Pärt dove insieme a noi c'era anche Andrej A. Tarkovskij (figlio del regista) che aveva collaborato già con Eicher. Tutti e tre quindi andammo alla presentazione del Dvd Sound and Silence dove lui ci viene presentato».

Avete subito parlato di musica?

«Ci ha chiesto cosa facevamo, invitandoci a mandargli le registrazioni dal vivo che avevamo fatto sino a quel momento. Non pensavamo minimamente di essere richiamate, invece riceviamo una telefonata dopo pochi giorni. E' venuto poi ad ascoltare un nostro concerto a Roma incontrandoci prima dell'esibizione e dicendo: “Adesso vediamo dove volete arrivare”. E' andata bene, ma è comunque passato un anno prima della registrazione, durante il quale ci ha mandato un sacco di dischi Ecm per ascoltarne le caratteristiche, facendoci inoltre conoscere anche il compositore Valentin Silvestrov i cui brani sono presenti in entrambi i nostri album».

I brani del secondo disco sono stati scelti insieme ad Eicher?

«Tutti fanno parte dei nostri recital: la proposta è stata nostra con l'approvazione da parte sua. Un altro pregio delle edizioni Ecm è che i tagli sono limitati al minimo indispensabile».

Suonate solo in duo o avete altre esperienze musicali?

«Talvolta ci esibiamo come soliste, ma raramente. Non siamo portate a suonare con altri anche perché abbiamo fatto nostro ciò che ci disse Piero Farulli, che la scelta della musica da camera è una scelta di vita».

Michele Manzotti