Roma, 1 settembre 2010 - "Chiamami Emanuele. E dammi pure del tu". Non capita tutti i giorni di incontrare un principe. Tantomeno di entrare nella sua camera di albergo. Ma Emanuele Filiberto di Savoia ti accoglie scalzo. Con un sorriso sulle labbra e una disponibilità che ti spiazza. Si fa fotografare così, in jeans e maglietta. E l’intervista formale sulla sua presenza a “Miss Italia” accanto a Milly Carlucci diventa subito una bella chiacchierata.

Così scopri che dietro a quel cognome altisonante c’è un uomo di quasi quarant’anni che non ha paura di mettersi in gioco. C’è un papà affettuoso e coccolone, che va a prendere le sue bimbe a scuola e cucina loro la pasta a pranzo. Un marito un po’ geloso e molto orgoglioso, che tutte le settimane fa il pendolare tra Roma e Parigi per stare con la sua famiglia.

E un presentatore in erba che la sera prima dell’inizio del programma si “consulta” con Jim Morrison (il leader del gruppo rock “The Doors”, scomparso nel 1971) per sapere come affrontare lo stress del palco. Ma andiamo per ordine. Partendo da “Miss Italia”. Un palco che scotta, forse più di quello di Sanremo in cui Emanuele Filiberto si è esibito cantando con Pupo e il tenore Luca Canonici. Il principe a Salsomaggiore Terme sarà il “cavaliere” di Milly nella nuova edizione del concorso di bellezza più famoso del nostro paese. Paura?

"La parola esatta non è paura, è terrore!", dice Emanuele scherzando. "In realtà non è nessuna delle due cose. Semplicemente il sentimento che prevale in me è la voglia di fare bene il mio lavoro. Per me la telecamera è una terapia. Io sono un tipo molto riservato, anche timido. E quindi, per evitare errori, o dimenticanze, mi concentro molto, ripasso la scaletta e... mi butto. Se la prima puntata va bene divento scaramantico. Fino alla fine del programma indosso gli stessi calzini e le stesse mutande che mi hanno portato fortuna. Li faccio velocemente lavare e li rimetto il giorno dopo, quando sono di corsa li asciugo col phon".

Ride di gusto Emanuele Filiberto. Si vede che è emozionato e felice come un ragazzino per quella che lui stesso definisce una “grande opportunità di lavoro”, ma lo nasconde benissimo. Anche se scherza, se indossa jeans e t-shirt, ha quel tono pacato e quei modi di fare da cavaliere d’altri tempi che solo un principe può avere. «Sono molto spontaneo e naturale perché mi piace mettere a proprio agio i miei interlocutori. So che il mio cognome può incutere un po’ di timore. L’ho visto anche qui, a “Miss Italia”. Le ragazze, all’inizio, erano un po’ in imbarazzo. Ma sono bastati pochi minuti e si è rotto il ghiaccio. Anche perché io mi comporto con tutti allo stesso modo. Che siano Miss o il re di Spagna, per me è uguale".

Mentre Emanuele parla, è impossibile non notare lì, sul letto matrimoniale, un enorme scarafaggio nero. Lui capisce al volo. Si volta. E ancora una volta ride di gusto. "È la copertina del libro che sto leggendo. C’è impressa l’immagine di uno scarafaggio. È proprio quella che mi ha colpito quando ho visto il volume sullo scaffale di una libreria all’aeroporto. Poi, quando l’ho preso in mano e ho letto che era “Hanno tutti ragione”, il primo romanzo del regista Paolo Sorrentino, l’ho comprato subito. Mi sono sempre piaciuti i suoi film, li ho visti tutti", spiega Emanuele.

Stando al segnalibro, è arrivato quasi a metà delle 320 pagine del romanzo. "Amo leggere prima di addormentarmi. Mi piacciono le storie forti, di uomini fuori dall’ordinario. Mi fanno riflettere. E questo romanzo racconta senza troppi mezzi termini, la complicata storia di Tony Pagoda, campano, cocainomane e cantante di night club. Che riesce a essere divertente prendendosi in giro sulla sua solitudine", dice Emanuele.

Oltre al libro che cosa non può mancare nella tua valigia? "Una foto della mia famiglia. E poi tutti i miei “aggeggi tecnologici”. Innanzitutto il computer, perché attraverso il programma “Skype” posso parlare e vedere in video Clotilde e le mie bambine. Poi ho l’I-pad dove posso leggere i giornali on line. E l’I-pod, che contiene le colonne sonore che accompagnano le mie giornate".

Che il principe ami la musica è abbastanza chiaro. Visto che possiede un paio di cuffie enormi che sembrano quelle usate dai disc jockey. E anche due magliette vintage meravigliose. Che sbucano, coloratissime, dalla valigia. Una con il faccione di David Bowie e l’altra con il gruppo dei Doors. "Le ho scovate nei mercatini in giro per il mondo. Le ho da un sacco di anni, non mi ricordo neppure più quando le ho comprate. Mi piacciono molto e mi tengono compagnia". Compagnia? Lui ride. "Sì, perché alla sera parlo con “i miei amici”. Ad esempio chiedo consigli a Jim Morrison su cosa devo fare, su come affrontare lo stress di Miss Italia. Lui mi consiglia sempre molto bene".

Ha ancora voglia di scherzare Emanuele. Anche se pensandoci bene, non ha tutti in torti. Una canzone, a volte, può cambiarti la giornata. "E infatti sul mio I-pod c’è di tutto, dagli U2 ai Rolling Stones alla musica classica. Scelgo la melodia giusta in base a quello che sto facendo. Ad esempio ieri ho fatto un bellissimo bagno rilassante nella mia vasca e mi sono ascoltato le canzoni di Tracy Chapman. “Let it rain”, “Give me one reason”. Se invece voglio caricarmi, metto i gruppi rock come gli Smashing Pumpkins. Penso che la musica sia una delle più belle forme di espressione che esistano. Da ragazzo ho anche fatto parte di un gruppo che si chiamava gli “Aristorock”, suonavo la batteria e la copertina del nostro disco ce la disegnò addirittura Dawid Bowie. In quel periodo mi sono divertito tantissimo. Non sono un musicista, l’ho fatto in un modo molto leggero, però è bello poter scrivere belle parole, suonare con gli amici. Ti libera molto, è una valvola di sfogo".

E da ragazzo Emanuele Filiberto quella valvola di sfogo l’ha cercata a lungo. Anche rischiando di perdersi. "Quando hai un fardello troppo pesante sulle spalle che viene dal cognome che porti, ti perdi molto facilmente. Cerchi la tua strada, lo fai attraverso mille esperienze diverse. Anche sbagliate. L’importante è capirlo in tempo. Quello che mi ha sempre salvato è per prima cosa l’amore e il rispetto che ho per i miei genitori e poi la voglia, un giorno, di creare un famiglia. Oggi le cose sono cambiate. Ho una moglie bellissima, Clotilde, e due figlie, molto dolci, Vittoria, che ha sette anni e Luisa, quattro".

A chi assomigliano le bimbe? "Sono un bellissimo miscuglio tra me e mia moglie. Ma Vittoria, la più grande, ha il mio stesso carattere. È una bimba molto affettuosa che ha bisogno di tante coccole». Che papà sei? Permissivo o severo? «Cerco di dare alle mie figlie un solido piedistallo di valori per poter affrontare la vita. E per il resto sono un papà come tanti altri. Le porto al parco se siamo in campagna, altrimenti al mare andiamo a pescare insieme. Ci divertiamo. E facciamo cose che durante l’anno non abbiamo il tempo di fare perché io sono spesso via per lavoro . Anche se comunque tutte le settimane, per almeno tre o quattro giorni, volo a Parigi da loro. Le vado a prendere a scuola, preparo il pranzo a mezzogiorno per la piccola, la cena. Loro mi raccontano i loro sogni, le loro passioni. Entrambe amano la danza. Luisa vuole diventare come Michael Jackson, guarda il suo film “This is it” e prova a imitarlo, anche se da grande dice che farà il pompiere. Vittoria, invece, sta imparando adesso a giocare a tennis e poi corre anche molto veloce. Ha delle belle gambe lunghe. Forse farà atletica. Lei però mi ha detto che vuole diventare maestra. A me importa solo che siano felici".

Tra qualche giorno anche tua moglie Clotilde, proprio come te, si troverà su un palco importante. Quello del “Crazy Horse”, il tempio dello striptease parigino. Sei più geloso od orgoglioso? "Sono orgoglioso di tutta la vita di mia moglie. Lei ha un passato totalmente diverso dal mio. Ha smesso la scuola a sedici anni, ha lavorato per potersi pagare gli studi di recitazione ed è diventata una delle più grandi attrici francesi. Adesso sta per affrontare questa esperienza al “Crazy Horse”, dove saranno mescolati canto, ballo, espressione artistica e anche erotismo. Tifo per lei. E tifo anche per la gelosia, ma solo se è intelligente. In una coppia bisogna essere gelosi. Ma non certo perché lei balla al “Crazy Horse” o perché io sono a Miss Italia con 260 bellissime ragazze, questo è solo lavoro. Io per gelosia intendo quella che viene fuori per uno sguardo al ristorante a qualcun altro. Beh, quella c’è e fa anche piacere. Perché vuol dire che tra noi dopo tanti anni di matrimonio c’è ancora sentimento, amore, passione".

È un tipo alla mano, che sta allo scherzo Emanuele Filiberto. Eppure, anche se ben nascosto, ci sarà un lusso principesco a cui non riesce a rinunciare. Chissà, magari anche lui come il principe Carlo di Inghilterra ha un valletto che ogni mattina gli spalma il dentifricio sullo spazzolino. O che gli mette il gel nei capelli. "Nooo", sbotta lui. "Anche perché non mi prendo affatto cura di me stesso. Mi sveglio la mattina, faccio una doccia e vado. Non mi guardo neppure allo specchio. Ormai so pettinarmi anche senza. Lo so che non è molto principesco, ma se potessi non mi farei la barba né le unghie, niente. Per me il più grande lusso è la libertà. E per libertà non intendo non avere rispetto per gli altri o non prendersi responsabilità. Io sono molto felice di averne. Di avere una famiglia, due figlie. La libertà di cui parlo io è la fortuna di poter scegliere che cosa fare nella vita".