Roma, 13 ottobre 2010 - Prima il richiamo della direzione generale, poi la punizione. Sanzione a Michele Santoro per la puntata d'apertura di 'Annozero'. Secondo quanto si apprende, al giornalista è stata consegnata una lettera nella quale gli vengono comminati "dieci giorni di sospensione e di mancata retribuzione a partire da lunedì 18 ottobre".

Il provvedimento è stato adottato dopo il "vaffan...bicchiere", detto da Santoro in diretta aprendo la prima puntata di stagione in polemica con il dg Mauro Masi e con la circolare sul contraddittorio nei programmi. I dieci giorni sarebbero consecutivi e 'bloccherebbero' il conduttore fino a mercoledì 27 ottobre. Michele Santoro, dunque, non potrà condurre la puntata di giovedì 21 ottobre.

 

LA SPIEGAZIONE DI MASI - "Il provvedimento disciplinare adottato nei confronti di Michele Santoro non può essere in alcun modo considerato riconducibile a iniziative editoriali tendenti a limitare la libertà di espressione o il diritto di critica", afferma in una nota il Direttore Generale di Viale Mazzini Mauro Masi.

 "Santoro si è reso responsabile di due violazioni disciplinari ben precise - continua Masi -  l’uso del mezzo televisivo a fini personali; un attacco diretto e gratuitamente offensivo al Direttore Generale, per una circolare a garanzia dell’equilibrio all’interno dei programmi di approfondimento informativo, che è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione. Nessuna censura - afferma Masi -, ribadisco, nessun attentato alla libertà d’informazione. Le responsabilità di Michele Santoro sono esclusivamente di ordine disciplinare nell’ambito di precise disposizioni aziendali che tutti, all’interno della Rai, sono tenuti ad osservare".


Per Masi "non esistono dipendenti
più uguali degli altri o zone franche all’interno delle quali sia possibile garantirsi il diritto all’impunità, tanto più quando si arriva ad insultare il Capoazienda in diretta televisiva con una modalità di contenuti ed espressioni che crea un caso che non ha precedenti al mondo".

 

LE LETTERA DI SANTORO - La sospensione di 10 giorni per Annozero è un attentato alla Tv sul quale il Consiglio di amministrazione Rai deve pronunciarsi. Lo scrive Michele Santoro in una lettera inviata al Presidente Paolo Garimberti e ai consiglieri Rai.

“Il provvedimento disciplinare assunto nei miei confronti, con una procedura ad personam, è di una gravità inaudita e, contro di esso, reagirò con tutte le mie forze in ogni sede. Ritengo, tuttavia, che il Consiglio, anche senza entrare nel merito di questa ‘punizione esemplare’, debba pronunciarsi sulla decisione assunta dal Direttore Generale di metterla in atto cancellando due puntate di Annozero. Una punizione nei miei confronti - prosegue - si trasforma così in una punizione per il pubblico, per la redazione, per gli inserzionisti, per la Rai. E, in questo modo, si spezzano le gambe ad un programma di grandissimo successo, dopo averlo già sottoposto a una partenza ad ostacoli, dopo che ogni settimana deve andare in onda in un clima di tensione, dopo che Vauro e Travaglio sono costretti a fornire gratuitamente le loro prestazioni senza che vengano fornite motivazioni di sorta. Considero tutto questo un vero e proprio attentato alla televisione di fronte al quale ognuno deve assumersi le proprie responsabilità”.

 

PARLA GARIMBERTI -  La sospensione di dieci giorni di Annozero è “un provvedimento di esclusiva responsabilità del Direttore Generale che ho appreso come gli altri dalle agenzie. E’ quasi superfluo dire che non lo condivido perché, al di là di altre considerazioni, lo trovo manifestamente sproporzionato”, dichiara il Presidente della Rai, Paolo Garimberti.
 

MARIA LUISA BUSI - "La decisione di sospendere Santoro è un provvedimento profondamente ingiusto. Non c’è stata alcuna volgarità in quello che ha detto. In tv passano volgarità assai peggiori senza che venga preso alcun provvedimento disciplinare",  ha detto Maria Luisa Busi, a viale Mazzini per presentare il suo nuovo programma ‘Articolotre'. "Santoro fa il 20% di share -continua la busi- non attraverso espressioni volgari ma con i dibattiti in studio, il suo essere nei luoghi della protesta e con il contraddittorio che avviene sempre sia tra esponenti della maggioranza che dell’opposizione".


"Quello di Santoro è un programma di grandissimi ascolti -aggiunge- e quindi un danno per la Rai. Ci sono situazioni in cui gli ascolti calano ma l’Azienda non si muove. Non vorrei che ci fossero due pesi e due misure. Sono una dipendente -conclude- ma anche una sindacalista e penso che con l’Fnsi ce ne occuperemo".

 

SI SCALDA LA POLITICA - "È una vicenda sconcertante". Così il segretario Pd, Pier Luigi Bersani, commenta la sospensione di Santoro. "È ora che la Rai diventi una azienda normale, con un clima positivo e normale e in cui si valorizzino le professionalità. Delle misure burocratiche così non risolvono niente, anzi aggravano la situazione". Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, torna a chiedere le dimissioni "immediate" di Masi e afferma che il provvedimento "è la conferma che l’ordine impartito da Palazzo Chigi sulle epurazioni delle voci libere e sulla censura nei confronti delle opposizioni definite scomode è arrivato a destinazione". L’Idv, il 'Popolo violA' e la Fnsi aderiscono alla protesta davanti agli studi Rai, indetta da ‘Articolo 21’.

 

I finiani stanno con Santoro. "Non possiamo non difendere Michele Santoro. Non tanto per portargli la nostra solidarietà, di cui ha pochissimo bisogno, piuttosto per sancire la nostra orgogliosa differenza da un modo di stare al potere che non ci piace, che non può piacere a una destra moderna, laica e democratica". Interviene direttamente anche Fabio Granata, deputato Fli: "Piena solidarietà al conduttore del programma di Raidue, AnnoZero, Michele Santoro. Il provvedimento di sospensione preso nei suoi confronti è grave e sproporzionato e quindi va immediatamente revocato".

 

Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, difende invece la decisione di Masi: "Chiunque abbia occhi per vedere sa bene la strategia che Michele Santoro ha messo in atto. Per un verso, cerca l’escalation, alimenta un crescendo di provocazioni, insulta uno dei massimi dirigenti dell’azienda".