Città del Vaticano, 27 novembre 2010  - "Non ci sono ordini del giorno, richieste, appelli, mediazioni e nemmeno sofferenze che tengano. Fabio Fazio non ha alcuna voglia di ospitare nel suo programma (e di Roberto Saviano) le famiglie che hanno scelto la vita, cioè praticamente tutte quelle che hanno fra i loro cari uno stato vegetativo o un gravissimo disabile: in quegli studi c’è posto soltanto per le ‘storie di vita (come Fazio stesso le definisce) ed eutanasia raccontate da Beppino Englaro o di Pier Giorgio Welby": lo scrive il quotidiano cattolico Avvenire, che anche oggi apre con il titolo-invocazione "Fateli parlare" sulle foto di alcuni malati di sla e di volontari che chiedono la parola a Rai Tre, ed esprime sconcerto e sdegno per il reiterato rifiuto dei conduttori e autori di "Vieni via con me" (GUARDA IL VIDEO DI FAZIO) .

"Ieri - sottolinea il direttore Marco Tarquinio - Fazio ha speso molte parole per dire di nuovo ‘no' ai malati e alle loro famiglie. E ha spiegato che ‘alle storie (dei coniugi Welby e di Beppino Englaro) non si replica con opinioni'.
Infatti. Noi di Avvenire non abbiamo chiesto, raccogliendo le voci negate dei malati e delle loro famiglie di ‘replicare' con ‘opinionì, ma di far parlare altre storie. Storie - aggiunge Tarquinio - di malattia, di lotta, e di vita non suggellate da una richiesta di morte procurata. Quelle che Fazio, anche a nome di Saviano, continua a non considerare degne della sua narrazione televisiva di successo. Nel nome, dice, della ‘libertà autorale'. Ma quale libertà è quella che giudica ‘inaccettabilè la verità?".

 Il giornale della Cei risponde poi anche alla provocazione della parlamentare radicale Antonietta Farina Coscioni (vedova di Luca Coscioni, promotore della battaglia contro la legge 40 e a favore delle staminali embrionali), la quale ha fatto sapere di aver scritto anche lei un «decalogo per la vita» e di aver chiesto di poterlo leggere a «Vieni via con me» per denunciare "la fiera dell’ipocrisia e delle vanità che arriva a lottare per accaparrarsi soldi pubblici per associazioni private. Beninteso: in nome dei malati".

"Se il riferimento è a qualche oscuro progetto politico a lei noto, l’onorevole Coscioni - replica Avvenire - farebbe bene a spiegarsi meglio e a precisare i suoi bersagli. Perchè se, invece, l’oggetto del comunicato fosse la campagna per il diritto di parola che i malati, i loro familiari e le loro associazioni stanno conducendo assieme a questo giornale, allora farebbe bene a chiedere subito scusa. E arrossire di vergogna per aver parlato a sproposito di ipocrisia, vanità e ricerca di soldi".

 

SPECIALE PORTA A PORTA - La prossima settimana "Porta a porta" manderà in onda una puntata speciale dedicata alle persone che vivono in uno stato vegetativo persistente, assistite da famigliari che hanno cambiato completamente le loro abitudini di vita e di lavoro per stargli accanto.
"Negli anni scorsi -si legge in una nota del programma- ‘Porta a porta' ha trasmesso molti dibattiti sul tema. Fu la prima a invitare Beppino Englaro, tornato poi frequentemente nel programma e ha ospitato anche la signora Welby. Stavolta Bruno Vespa -continua la redazione - ha deciso per una sera di cambiare il format della trasmissione e parlerà soltanto con chi ha deciso di non interrompere il ciclo vitale dei propri cari. Nessun politico, nessun commentatore, solo protagonisti di storie alle quali altrove si è deciso di non dare voce".