Milano, 6 marzo 2011 - "Abbiamo deciso che la rifacciamo, c'è la voglia di rifarla". Così Fabio Fazio, durante la registrazione di 'Che tempo che fa', annuncia l'intenzione di dare vita alla seconda edizione di 'Vieni via con me'. In studio, intervistato dal conduttore, c'è proprio Roberto Saviano. Insieme hanno passato in rassegna una sorta di 'elenco degli elenchi', tutti gli argomenti di attualità che intendono affrontare nel futuro programma.

Attualità che è stata l'indiscussa protagonista del dialogo tra i due. Anzitutto il caso Ruby, che secondo lo scrittore fa emergere la figura "di solitudine", di "un nonno". "Quando ho letto le carte - ha detto - non mi è venuto un senso di nausea ma, se tutto fosse confermato, un sentimento di tristezza, di solitudine per un nonno che si trova in una situazione del genere. Dov'è il puritanesimo, il moralismo in tutto questo? C'è voglia di dire che il Paese è altro, il paese sorride, vuole vivere. È tutt’altro che una sessualità che arriva allo scambio, all'estorsione, al racket".

Poi gli 'attacchi' fatti da Marina Berlusconi a Roberto Saviano, interpretati dall'autore di Gomorra come "paura politica". "Sono felice che Feltrinelli si sia innamorato dei miei monologhi. Mondatori ed Einaudi - dice lo scrittore - sono casi editrici dal grande passato e dal grande presente con le quali mi sono sempre trovato bene". Ma poi sono nate le difficoltà.

"La prima volta sono stato attaccato da Marina Berlusconi quando il premier disse con un messaggio molto duro che 'Gomorra' faceva male all'Italia, come se chi scrive queste cose ne fosse responsabile. Marina è intervenuta da editore difendendo il padre". Con il tempo "questa contraddizione su di me è diventata pesante perché non ci si può professare editore libero e poi, quando qualcosa non va, darmi addosso, cosa che non è stata fatta con altri autori che pure hanno criticato il governo. L'ho visto come una paura politica da parte di Marina Berlusconi che forse non ha avuto il coraggio di dirmi chiaramente che non sopportava più i miei discorsi".

Il secondo 'attacco' risale a quando Saviano dedicò la sua laurea ai magistrati milanesi, in particolare a Ilda Boccassini. "Eppure avevo pensato a Ilda Boccassini perchè aveva seguito le inchieste sulla mafia".