Milano, 7 maggio 2012  - Un vero e proprio grido di dolore, percorso anche da una vena di disappunto per una “classe politica in cerca di consenso” e, pertanto, non impegnata in una lotta attiva all’evasione del canone. Il presidente della Rai, {{WIKILINK}}Paolo Garimberti{{/WIKILINK}}, sceglie la presentazione di ‘Cenerentola’ di Rossini - una produzione di Andrea Andermann per la regia di Carlo Verdone - per richiamare l’attenzione sulla necessita’ imprescindibile di risorse per permettere di fare prodotti televisivi come questo. “Oggi - ha detto - sono molto orgoglioso di presiedere la Rai”.

“Non so ancora per molto - ha subito aggiunto Garimberti - visto che siamo in un momento di grande incertezza; ma c’e’ un aspetto che mi preoccupa molto per il futuro della Rai, quale che sia il presidente, il cda o i dirigenti, ovvero che impegnarci in queste produzioni di qualita’ sarà molto complicato se non arriveranno provvedimenti che ci facciano avere quello che ci spetta, ovvero il canone”.

Garimberti ha ricordato come l’evasione in Italia arrivi al “27,4%, che in euro - ha fatto notare - significa tra i 5 e i 600 milioni di euro che non arrivano alla Rai e che dovrebbero servire a fare produzioni di grande livello. Si tratta dell’evasione più alta d’Europa - ha proseguito - e questo ci obbliga anche ad essere una televisione commerciale. Non sto chiedendo soldi al Parlamento, né al Governo, né alla Commissione Bilancio, dove per altro c’e’ qualcuno che dice che non si deve pagare il canone; noi vogliamo quello che ci spetta: vogliamo fare cose come Cenerentola, ma dateci i mezzi per farlo”.