VALENTINA ACCIARDI

Valentina, secondo te per quali ragioni sei stata eliminata? Eppure con la tua disabilità eri al centro dell’interesse...
"Esporsi è rischioso. Ma se non mi fossi esposta non sarei stata io. Il colmo è stato venire accusata di strategie e gioco proprio da parte di quelli che strategia e gioco li hanno sempre usati. Se fossi stata giocatrice, davanti alle provocazioni sarei stata zitta. Bastava chiudere la bocca ed ero salva".

Sei rimasta delusa?
«Questo è stato il mio Grande Fratello, per quello che volevo fare io sono contenta. Volevo dimostrare coi fatti, non con le parole, che anche chi soffre di una disabilità come la mia (ha avuto un braccio amputato in seguito a un incidente, dieci anni fa, ndr) può facilmente rapportarsi con gli altri, si può reinventare e tornare a fare qualsiasi cosa».

Pensi di aver aiutato o almeno incoraggiato in questo modo altri che soffrono di disabilità simili alla tua?
«Con tutto il cuore spero di essere stata per loro quello che per me è stato Alex Zanardi. Per me lui è stato lo psicologo più grande. Ho ammirato la sua voglia di vivere, come lui ho voluto riaggiustare la mia vita. Questa era la mia motivazione più grande nel venire al Grande Fratello, il resto sono solo soldi».

Chi avresti voluto che fosse eliminato?
«Samba, perché è uno dei più giocatori. Il Samba vero non è mai uscito, è sempre stato concentrato nel suo ruolo. Quando lo provochi, come ho fatto io, per esempio sulla sua omofobia, lui viene fuori con la propaganda buonista a favore di telecamera. Sono curiosa di vedere se durerà ancora per un mese e mezzo, fino alla fine».

GIUSEPPE ARMENIESE

La principale delle accuse che vi viene mossa è di aver costruito dei personaggi artefatti: sempre con ‘sto papillon intorno al collo...
«Le accuse sono al 90% false. Noi rappresentiamo il calore e i colori della Puglia. Il 10% che resta significa questo: hanno cercato di farmi reagire a grandi provocazioni ma io ho resistito. Non sono riusciti a far scattare il Giuseppe che è in me. Sono stato martoriato da persone da cui non mi aspettavo un simile comportamento, per esempio Angela. E’ vero, stava con l’altro gruppo ma tra noi si era sviluppata una simpatia reciproca, eppure nelle votazioni ha fatto squadrismo (dice proprio così, forse intende squadra, ndr) con Valentina e Chicca».

Ma c’era bisogno di portare il papillon anche a letto? Pure sotto la doccia?
«E’ il mio portafortuna. L’ho indossato al casting ed è andata bene. Si confaceva alla mia natura pirandelliana a carattere decadente (dice proprio così ma non sono in grado di tradurlo, ndr).»

Ci racconta la storia del papillon?
«Un giorno sono andato a comprare camicie per 2-300 euro. Alla fine il negoziante si offre di regalarmi una cravatta, apre tutti i tiretti del negozio e all’ultimo escono questi due papillon pieni di polvere, uno di Kenzo e l’altro di Valentino. Invece della cravatta ho preso quelli. Li ho lasciati a dormire per tre anni e mezzo, uno l’ho indossato solo per il matrimonio di un mio carissimo amico. Ma quando, a sua totale insaputa, ho portato mio fratello al casting, gli ho detto: togliti la cravatta e mettiti il papillon».

Ecco: avete voluto fare i personaggi...
«E’ stato solo per fare un effetto di differenza. Io per lavoro indosso l’abito tutti i giorni, lo smetto solo al sabato alle 19. Sa come si dice in Puglia? Uomo elegante, polda vacante. Polda, cioè tasca, insomma tasca vuota. Comunque ho deciso: col mio papillon lancerò una nuova moda italiana».

ARMANDO ARMENIESE

Suo fratello sostiene di averla portata al casting senza che lei sapesse niente...
«E’ vero. Un sabato mattina avevo appuntamento per una vendita alle 11,30. Mio fratello mi chiama e mi dice che voleva bere un caffè con me. Gli dico di passare alle undici meno un quarto, ma di sbrigarsi perché poi ho l’appuntamento. Salgo in macchina con lui, e vedo che va verso Bari. 'Dove andiamo?', gli chiedo preoccupato, ma lui mi rassicura senza dirmi niente. Dopo un po’ tira fuori il papillon e dice di mettermelo. Solo alla fine mi spiega che stiamo andando a fare il provino per il Grande Fratello. E, per la prima volta in vita mia, gli do retta, io che di solito faccio l’esatto contrario...»

Intanto però l’appuntamento di lavoro era saltato...
«No, ho mandato un collega.»

Ma che bisogno c’era di mettersi il papillon anche sotto la doccia?
«Era una sfida tra me e mio fratello. Il primo che se lo toglieva perdeva. Poi è diventata un’abitudine: se mi mettevo in tuta per andare a correre e me lo dimenticavo, tornavo indietro di corsa per recuperarlo...»

E adesso? Continuerà a indossarlo?
«Mi porta fortuna. Vedrò di realizzare un braccialetto, oppure un tatuaggio per portarlo sempre con me»

Pensa che la notorietà televisiva l’aiuterà nel suo lavoro di agente immobiliare?
«Quando mi hanno scelto per il Grande Fratello ho dovuto decidere tra lavoro e tv. E ho preferito chiudere l’agenzia, tanto avrei potuto riaprirla in un secondo tempo. Invece l’occasione del Grande Fratello non si sarebbe ripresentata. Sono molto ambizioso e intraprendente: vediamo quello che succede.»

Piero Degli Antoni