ROMA, 29 aprile 2014 - Quando non si appare più in Tv, è come scomparire. E se poi la scelta di non essere in video è obbligata da una malattia, il meccanismo è ancora più amaro. A lanciare il grido di dolore di Lamberto Sposini, il giornalista che ormai tre anni fa fu colpito da un'emorragia cerebrale, è la sua ex compagna, Sabina Donadio, che sceglie la platea dell’Alfonso Signorini Show, su Radio Monte Carlo.

“Lamberto non tornerà a fare televisione. Il suo caratteraccio è rimasto intatto, la sua bellezza anche e la fede calcistica juventina, sempre la stessa. Lamberto si sente solo. Chiunque volesse, lo può contattare al mio indirizzo email”.

“Lamberto sta meglio - puntualizza Donadio - la sua è una vita in costruzione, una vita che giorno dopo giorno va migliorando. Certamente Lamberto non è più quello di prima. Certamente non tornerà a fare il giornalista, non tornerà a fare televisione. Io questo lo devo dire, devo essere sincera. Conoscendo la sua ritrosia, la sua timidezza, difficilmente posso immaginare che si ripresenterà davanti alle telecamere.
Lamberto ha sempre chiesto il massimo a se stesso e quindi non credo proprio che, date le sue condizioni, si ripresenterà. Un’emorragia cerebrale lascia dei segni, sarei una pazza a negarlo”.

“Lamberto - ricorda ancora Donadio - ha avuto un’emorragia di 7 centimetri nel cervello per 4 ore. Non è stato soccorso in tempi rapidi e purtroppo questo ha avuto delle conseguenze. Il percorso è lungo. Io non escludo che questo percorso ci portera’ a riavere Lamberto meglio di prima. Io ci spero perché ho una figlia che prima era una bambina, adesso è una ragazzina, e un giorno sarà lei ad accompagnare questo padre nella vecchiaia. Io spero che le condizioni di Lamberto siano sempre in progresso”.

L’ex compagna del giornalista, mamma di Matilde che oggi ha 12 anni, ricorda anche che prima che il fatto accadesse le loro vite si erano separate. “Me ne ha fatte di tutti i colori, io lo ammetto. E posso dire che Lamberto è rimasto posso dire le parolacce? No, non posso dirle. Comunque il suo caratteraccio è rimasto intatto, la bellezza è rimasta la medesima. La fede calcistica anche, malgrado io ci abbia provato - quando si è svegliato dal coma a dirgli “sei della Roma” - purtroppo è rimasto juventino sfegatato”.