{{IMG_SX}}Roma, 3 marzo 2008 -  "Luciano Moggi mi ha minacciato di farmi smettere di giocare se non fossi andato al Perugia". Questo il senso delle affermazioni di Nicola Amoruso, ora attaccante della Reggina, nella sua deposizione di oggi al processo Gea, nel quale l'ex dg della Juventus e' imputato davanti alla decima sezione penale del tribunale di Roma con il figlio Alessandro, Davide Lippi, Franco Zavaglia, Pasquale Gallo e Francesco Ceravolo per associazione a delinquere finalizzata all'illecita concorrenza.


Amoruso ha anche raccontato che Angelo Fabiani blocco' il suo trasferimento al Messina dal Como, dopo che l'attaccante si era opposto alla presenza di Alessandro Moggi alla firma del contratto. Moggi senior, tuttavia, ha ribattuto colpo su colpo: "Questo giocatore- ha detto su Amoruso- ha guadagnato 14 miliardi di lire quando giocava da noi, pur giocando poche partite e segnando pochi gol. Tutti i calciatori erano contenti di stare da noi, perche' prendevano comunque premi per scudetti e coppe anche se non giocavano. Noi proponevamo a questi calciatori di trasferirsi, senza prenderli a calci nel sedere o puntare loro pistole alla testa. E' logico pero' che l'ultima parola spetta al calciatore, ma se fosse impedito alle societa' anche di dire al calciatore di trasferirsi, visto che il calcio e' un'azienda, nascerebbero problemi con queste rose di tantissimi giocatori".

 

Lunghissima l'udienza di oggi, piu' di cinque ore, per ascoltare i tanti testimoni.
I procuratori Paolo Conti e Claudio Honorati si sono avvalsi della facolta' di non rispondere, perche' indagati anche dalla Procura di Napoli per abuso di ufficio in un altro procedimento. L'avvocato Piero D'Amelio, che faceva parte della commissione di studio creata dai procuratori sulla Gea, ha raccontato di come era nata e a cosa aveva portato l'indagine dell'Assoagenti sulla Gea, in pratica a un nulla di fatto, e ha parlato anche di una denuncia fatta da Giovanni Tedesco per le pressioni avute da parte di dirigenti del Perugia per cambiare procuratori e passare alla Gea. Tedesco, ha spiegato D'Amelio, cambio' versione dei fatti e tutto si concluse con una multa a Moggi junior.


Il procuratore Giuseppe Galli, ex agente di Fresi, ha parlato di pressioni su Corrado Grabbi da parte di Luciano Moggi e minacce perche' il calciatore non voleva trasferirsi dalla Juve al Prato: "Giocherai solo nel giardino di casa tua e il tuo agente non avra' piu' un calciatore in Italia".

 

Nicola Amoruso ha detto che suo padre aveva contattato Ceravolo per essere messo in contatto con Alessandro Moggi, e questo quando era ancora assistito da Antonio Caliendo. Quando l'attaccante trasferi' la procura da Caliendo ad Alessandro Moggi, quest'ultimo disse ad Amoruso che avrebbe sistemato le cose per l'onorario di Caliendo per il contratto gia' firmato con la Juve.

 

Amoruso ha aggiunto che e' ancora in corso una causa civile per questi soldi tra Caliendo da una parte e lo stesso calciatore e Alessandro Moggi dall'altra. Quando ho chiesto spiegazioni a Moggi jr, ha aggiunto Amoruso, lui ha continuato a dirmi: ci penso io, ma non ha risolto niente. Ho tolto la procura a Caliendo, ha continuato il calciatore, dopo che la Juve mi mando' a giocare al Napoli in comproprieta': la squadra retrocesse, anche se mi era stato detto da Caliendo che Corbelli e Ferlaino volevano costruire una grande squadra.

 

Tornato alla Juve, ha spiegato Amoruso, dopo aver giocato poche partite Alessandro Moggi mi disse che mi avrebbe telefonato Luciano Moggi per prospettarmi la cessione al Perugia e, anche se risposi che non volevo avere rapporti con lui, Moggi senior mi telefono' per minacciarmi di farmi smettere di giocare se non fossi andato al Perugia.

 

Alla fine, ha continuato, sono stato costretto ad andare al Perugia e una settimana dopo subii nuove pressioni e minacce per farmi abbassare l'ingaggio; successivamente sono stato convinto da Alessandro Moggi ad accettare la cessione al Como, ma i rapporti con lui si stavano deteriorando. Alla fine, quando fui contattato dal Messina, dissi a Franza che avrei firmato solo in assenza di Moggi jr., ma Franza mi disse, ha proseguito Amoruso, che non poteva non informalo.

 

A quel punto, ha aggiunto Amoruso, Angelo Fabiani blocco' il mio contratto con il Messina; ricordo che tra noi calciatori si parlava del comportamento poco leale di Alessandro Moggi e che ne parlai con Gatti e Blasi.

 

Decisa la replica di Luciano Moggi: "Questo giocatore ha guadagnato 14 miliardi quando giocava da noi, pur giocando poche partite e segnando pochi gol". Tutti i calciatori erano contenti di stare da noi, ha continuato l'ex dg della Juve, perche' prendevano comunque premi per scudetti e coppe; noi proponevamo a questi calciatori di trasferirsi, "senza prenderli a calci nel sedere o puntare loro pistole alla testa".

 

E' logico pero' che l'ultima parola spetta al calciatore, ha continuato Moggi senior, ma se fosse impedito anche di dire al calciatore di trasferirsi, visto che il calcio e' un'azienda, nascerebbero problemi con queste rose di tantissimi giocatori.

 

A questo punto ha testimoniato il procuratore Antonio Caliendo che ha detto di ricordare che c'erano stati problemi con Alessandro Moggi per gli emolumenti che gli erano dovuti. Ha detto pero' di non ricordare se era presente alla firma del contratto con il Napoli e di non ricordare se era in comproprieta'. Dopo altre contraddizioni (il procuratore ha detto fra l'altro di avere avuto in tutto 140 calciatori, ma di non ricordare quante procure aveva all'epoca dei fatti, alla fine degli anni Novanta), l'udienza e' stata interrotta per l'ammonizione formale del presidente Luigi Fiasconaro a Caliendo, minacciato di incriminazione per falsa testimonianza.

 

Caliendo ha poi ripreso a parlare, affermando di aver avuto un incontro con Alessandro Moggi per costituire una societa' di procuratori con Fedele, e ha affermato di non ricordarsi dei compensi che gli sarebbero stati pagati dal padre di Trezeguet. A questo punto Fiasconaro gli ha contestato di aver sbagliato le date, perche' la Gea era stata costituita, e l'avvocato Paolo Rodella, difensore di Franco Zavaglia e Alessandro Moggi, ha precisato che infatti era cosi' e che i famosi compensi che erano dovuti a Caliendo per il contratto di Amoruso erano esattamente di 619.748,27 euro.

 

Ancora una replica a questo punti di Luciano Moggi: Caliendo era al corrente della comproprieta' con il Napoli, visto che fu lui a trattare ed e' stato anche pagato dal Napoli, anche se non ricordo quando. L'8 dicembre 2003, ha aggiunto Moggi senior, abbiamo risposto per lettera a Caliendo che i pagamenti spettavano ad Amoruso; da lui anche un'altra precisazione, questa volta su Trezeguet: l'attaccante aveva firmato un mese prima che Capello arrivasse alla Juve e quindi non puo' essere stato il nuovo allenatore a parlarne con Trezeguet. Assenti giustificati oggi Manuele Blasi e il procuratore Paolo Bordonaro, mentre per Kovalenko e Nigmatullin e' stata fatta una rogatoria internazionale. Non hanno presentato giustificazioni invece Giorgio Chiellini e Giovanni Tedesco.
Domani di nuovo udienza: attesi fra i testimoni Corrado Grabbi e Massimiliano Miccoli.