{{IMG_SX}}Firenze, 4 maggio 2008 - Qualcuno dice che fosse gia' tutto previsto. Che soltanto l'Inter poteva sprecare il primo dei tre match point scudetto proprio contro il Milan, proprio nel derby due anni e diciotto giorni l'ultima sconfitta, proprio cosi' come ha fatto. Sbagliando la partita, pensando di uscire alla distanza, svegliandosi troppo tardi. Puo' essere. Puo' essere che la Sindrome del 5 maggio sia un peccato che accompagnera' la Beneamata nei suoi secondi cento anni e tornera' a galla ogni volta che il traguardo sara' a un passo, perche' complicarsi la vita e' la specialita' della casa.

 

Ma adagio con le esequie. Tre punti sull'irriducibile Roma a centottanta minuti dalla fine sono una polizza sulla vita. Se l'Inter optera' per il suicidio, nemmeno i suoi tifosi andranno a raccattarne i pezzi. E poi, il calendario gioca per i nerazzurri: possono rivincere il titolo ancora contro il Siena, come un anno fa, a campi invertiti.

 

Nel frattempo, sono molte le ferite aperte dal SuperMilan, in queste ore inondate dal sale della critica. Stankovic era infortunato, pero'  Maniche non vale la meta' del serbo. Balotelli fuori all'inizio, e' stato un regalo ad Ancelotti e quando e' stato inserito mancavano 25 minuti alla fine, ma era troppo tardi. Le distrazioni della difesa sono state devastanti, fermo restando il fatto che in questo momento Inzaghi e' il piu' forte attaccante del mondo e sta inguaiando Donadoni: come puo' Superpippo, questo Superpippo, non andare agli Europei, lui che quando segna all'Inter, il derby lo vince sempre il Milan? Ma questi sono altri discorsi.

 

La capolista si presenta sul vialone del traguardo con la lingua penzoloni, pero' puo' sicuramente farcela. In fondo, domenica sara' l'undici maggio, non il cinque.