{{IMG_SX}}Torino, 23 ottobre 2008 -  Dopo il successo di Champions col Real Madrid il tecnico bianconero Claudio Ranieri trova il derby della Mole.

A creare maggior problemi è il centrocampo: Ranieri non ha quattro uomini di ruolo da schierare, a meno di un ricorso al baby Ekdall. Con la squalifica di Grygera e il 'prepensionamento' anticipato di Zebina (desaparecido con Zanetti da due mesi e i cui tempi di rientro sono ancora misteriosi), Ranieri sara' costretto a schierare terzino Salihamidzic e ha soltanto una soluzione, spostare Nedved centrale insieme a Sissoko, con Marchionni da una parte e De Ceglie dall'altra.

Percio' si tentera' l'impossibile per recuperare Camoranesi. Escluse anche ipotesi tatticamente piu' ose', come il tridente, perche' anche Iaquinta non e' al meglio, anche lui fresco di rientro dopo il risentimento muscolare. In questo contesto, parlare di assetto tattico e di gioco, e' fuori luogo. Semmai, al di la' del grande carattere, la partita di ieri sera ha fornito indicazioni confortanti per il tecnico su Molinaro, finalmente positivo, Salihamidzic, sempre pronto e reattivo, Sissoko, piu' esplosivo che mai e Marchionni, almeno sul piano fisico, il suo tallone d'Achille. Inutile spendere aggettivi per Del Piero, piu' che mai il faro bianconero e Amauri, straripante, imprevedibile e concreto. Sono loro ad aver rialzato la testa alla Juventus.
 

UN DERBY LUNGO 101 ANNI

Storia. Il derby della Mole e’ definizione di storia. 101 anni di sfide, numeri, aneddoti, personaggi e miti, ad attraversare l’Italia che cambiava faccia: le guerre, le tragedie, il boom economico. Torino e Juventus si rincontrano sabato sera per la centottantunesima volta. Con una valigia grossa cosi’. Di ricordi ed emozioni. Di storia, appunto.


Il 13 gennaio 1907, la prima volta
. Il Torino, appena nato da una costola juventina, vince 2-1. Primo derby, primo aneddoto: lo svizzero Alfredo Dick, dissidente della dirigenza bianconera e fondatore del nuovo F.C Torino, viene chiuso a chiave negli spogliatoi, evidentemente per vendetta. Sara’ costretto a ‘intuire’ l’andamento del match dalle urla della folla sugli spalti. Tra il 1912 e il 1914 i granata segnano alla Juve la bellezza di 23 gol in sole tre partite (8-0, 8-7 e 7-2). E’ l’epoca d’oro della famiglia Fino.

Negli Anni 20, la storia si ribalta. Solo 3 gare su 20 vinte dal Toro. In quel 1923 arriva alla presidenza della Juve Edoardo Agnelli, iniziando un matrimonio da record che dura ancora oggi. E’ l’inizio di un predominio bianconero che conoscera’ solo due intervalli: il Grande Torino e l’era Pianelli-Radice. Ma gli Anni 20 sono anche quelli del primo scudetto revocato (corsi e ricorsi...). Il 5 giugno 1927 il Torino vince 2-1 (gol di Vojak I, Balacics e Libonatti). Il terzino juventino Allemandi venne accusato di essere stato pagato da un dirigente del Toro per far vincere la squadra granata. I giornali dell’epoca sottolineano la prestazione del bianconero, definendolo ‘il migliore in campo’.


Dal quel momento i conti del Torino non torneranno piu’: invece di 8 scudetti, saranno solo 7+1. Il secolo del derby corre veloce. Passa per il Grande Torino, che nel ‘42 e nel ‘44 umilia la Juve 5-2 e 5-0. Incubi bianconeri. Boniperti raccontava di sognare ancora la notte “gli occhi insanguinati” dei tifosi granata dietro la porta di Bagicalupo, prima di tirare (e sbagliare) un rigore al Filadelfia. Anni di derby della societa’ civile, oltre che sportivi.

Nell’aprile del 1945, a un mese dalla Liberazione, viene organizzata una stracittadina amichevole, per distrarre la popolazione torinese sconvolta dalla guerra. Entrano senza biglietto fascisti e partigiani. Una scaramuccia verbale tra Mazzola e Borel II agita il pubblico che risponde a colpi di pistola. Nessun morto o ferito per fortuna, e la Juve vince per 3-1.

Arrivano il boom economico e gli anni della contestazione. E nel 1967 il derby della commozione. Esattamente 41 anni fa: il 22 ottobre si gioca il derby in memoria di Gigi Meroni, morto una settimana prima in un incidente stradale. Il compagno e amico Combin decide di giocare nonostante la febbre alta, in suo onore.
Segna tre gol tra le lacrime. Finisce 4 a 0. I tifosi bianconeri riempiono lo stadio con la bandiera a strisce listata a lutto.


Gli Anni 70 sono gli anni di Pulici e Graziani, di Pianelli e Radice, dello scudetto numero 7 (1976). Ma anche della Juventus di Boniperti, del primo Trapattoni e delle due ‘B’ (Boninsegna e Bettega). Un calcio targato Torino citta’, comunque. Uno scudetto al Toro, uno alla Juve. Negli Anni 80 arriva “il” derby, nella recente memoria. 27 marzo 1983: i granata, sotto di 2-0, rimontano e vincono con tre gol in 3 minuti: Bonesso, Dossena e Torrisi. La Roma vince lo scudetto proprio davanti alla Juve. Il 26 febbraio 1984 una doppietta di Michel Platini rattoppa lo smacco.

Degli ultimi derby restano le immagini a colori. Il 14 ottobre 2001 il Torino, sotto 3-0 nel primo tempo, rimonta fino al 3-3 con i gol di Lucarelli, Ferrante e Maspero. Ma Salas sbaglia il rigore del 4-3, grazie a Maspero che con i tacchetti scava una buca davanti al dischetto. E chi dimentica le ‘corna’ di Maresca, che il 24 febbraio 2002 esulta facendo il verso a Ferrante per il gol all’89’ del 2-2 finale. L’ultimo derby, infuocato, e’ quello del 5 aprile 2003: la Juve di Lippi vince 2-0, con un’autogol di Comotto e un gol all’88’ di Tacchinardi, ma soprattutto con la bellezza di 4 espulsi. Arbitro De Santis...


Dopo 4 anni, con il calcio italiano passato al setaccio dai tribunali, riecco gli arbitri in prima pagina. Dopo il purgatorio di Calciopoli, lo scorso settembre la Juve vince 1-0 con un contestato gol di Trezeguet al 93’. Al ritorno in febbraio, il derby resta affogato nei luoghi comuni: zero a zero, nessun errore arbitrale e troppa grinta per lo spettacolo. Stavolta si ricomincia con il derby della crisi. Quella del Toro e’ lunga come un buco nero, quella della squadra di Ranieri invece e’ una crisi con la luce in fondo al tunnel. “Una partita a parte”, dicono tutti. Derby vecchio, storia vecchia.