Roma, 28 aprile 2011 - Per capire la grandezza del personaggio, forse per comprenderne persino l’unicità, conviene partire dalle prime righe della biografia di Wikipedia, la formidabile enciclopedia on line. Ecco qua: "E’ considerata una delle più grandi atlete del Ventesimo secolo e delle Olimpiadi, nonché la più grande ginnasta. E’ la prima ad aver ottenuto il massimo punteggio, 10, in una competizione olimpica…".

Nadia Elena Comaneci sta avvicinandosi al traguardo dei cinquant’anni. Lo taglierà a novembre. Ha fatto la storia e ha riempito le cronache: scappò dal suo paese, la Romania, perché stanca delle angherie della famiglia Ceausescu. Dicono sia stata oggetto delle attenzioni sessuali di uno dei figli del dittatore. Comunque, in America si è rifatta una vita, poi con la democrazia è tornata dalle parti di Bucarest, dove ha aperto una clinica per bambini. E’ presidente onoraria della federginnastica e del comitato nazionale olimpico rumeno.

In generale, è una splendida signora di mezza età. Da ragazza, complessivamente, ai Giochi ha conquistato cinque medaglie d’oro, tre d’argento e una di bronzo. Si è ritirata dall’agonismo nel 1984. "Ma in tanti mi chiamano ancora Miss Ten –sorride- In senso buono mi perseguita il ricordo di quella esibizione perfetta, che mi fruttò un voto mai ottenuto da nessuno in precedenza…".

Che memoria ha di quel giorno?
"Oh, eravamo a Montreal, alle Olimpiadi canadesi. Era il 1976, non avevo ancora quindici anni. Mi esibivo alle parallele asimmetriche. Sinceramente rammento che fu, il mio, uno show impeccabile. Quando toccai terra, l’ovazione del pubblico mi rintronò nelle orecchie’.

E non finì lì.
"No, perché i giudici, appunto per la prima volta, decisero di darmi 10. Ma i tabelloni elettronici non erano preparati per una simile eventualità. Prevedevano al massimo tre cifre. Che so, 9,80 o 9,90…".

Dunque?
"Beh, ci sono le fotografie che parlano e che spiegano! Io sorrido accanto al tabellone, che segnala, come punteggio, 1,00! Uno! Cioè il minimo. Insomma, fu una emozione molto forte, vissuta in maniera divertente".

Dopo avranno cambiato i tabelloni, in sede olimpica.
"Sì sì, si adeguarono alla possibilità. Del resto a me è capitato, sempre a Montreal, di ottenerne sette, di dieci…"

E così nacque un mito.
"Io ho amato la ginnastica e continuo ad amarla. E’ uno sport fantastico".

Pensa di aver trovato una erede?
"No. Ma non voglio essere fraintesa. Posso spiegarmi?"

Prego.
"Ogni epoca ha i suoi simboli, i suoi campioni, le sue campionesse. Ricordo che prima di me, a Monaco nel 1972, la stella era la sovietica Olga Korbut. Poi sono arrivata io, eccetera. Non penso che una ragazzina vada in palestra dicendo: ah, voglio essere come quella signorina là! No, la ginnastica è una disciplina rigorosamente individuale e chi la pratica sogna di realizzare se stessa. Tutto qua’.

Nemmeno deve essere semplice, imitare la Comaneci.

"Infatti è giusto evitare i paragoni. Non servono".

Che cosa è rimasto in Romania, nel suo paese d’origine, della sua lezione?
"E’ rimasto tanto. Si può parlare di una scuola rumena nella ginnastica, dalla quale io stessa provengo. Ancora oggi, trentacinque anni dopo la mia Olimpiade di Montreal, la nazionale del mio paese è una delle grandi potenze planetarie, assieme alla Russia e agli Stati Uniti".

Quando vede una bambina cominciare in palestra, che consigli offre?
"Eh, dico di non pensare alle Olimpiadi e nemmeno al Dieci in pagella…".

Sul serio?
"Io sono convinta che naturalmente chi inizia a praticare uno sport sogna il massimo e certamente per una ginnasta l’Olimpiade è il top. Ma la chiave del successo è un’altra, non sta nella semplice ambizione’.

E dove sta, questa benedetta chiave?
"Nel desiderio di migliorarsi giorno per giorno. Attimo per attimo. Ti devi andare ad allenare ogni giorno ed è dura, ma ci puoi andare con l’animo sereno soltanto se ti dai l’obiettivo, alla sera, di aver conquistato qualcosa in più rispetto al mattino. Ci vogliono entusiasmo e dedizione. Sempre".

Conosce Vanessa Ferrari, la ragazza italiana che nel 2006 vinse un oro ai mondiali?
"Sì, l’ho vista gareggiare. So che purtroppo è stata penalizzata da problemi fisici, ma ha un grande talento. Le auguro di essere in salute per Londra 2012, non c’è niente per un giovane di qualunque nazione che valga quanto l’emozione di una Olimpiade". Beh, la signora sì che se ne intende…