Città del Messico, 28 ottobre 1968 - Giochi di frontiera. Il 1968, l'anno della contestazione giovanile, non poteva non cambiare anche la storia delle Olimpiadi. Dal 12 al 27 ottobre Città del Messico ospita a 2.250 metri di altitudine la XIX Olimpiade: la più avversata, in Messico e fuori dal Messico, per le più varie ragioni. Contro i Giochi tuona anche la medicina sportiva anglosassone: "In altura di sport si può morire" minacciano i soliti luminari un po' ottusi. I record stabiliti in Messico dureranno invece decenni.

CONVERGENZA NEGATIVA - Contro i Giochi si pronunciano l'intellighentia nera (americana e africana), decisa a non partecipare al rito dell'ipocrisia "bianca" e l'intellighentia europea, spavenatta dalla violenza con cui i "granaderos" del presidente Gustavo Diaz Ordaz reprimono le ricorrenti manifestazioni studentesche a suon di morti e feriti.

TRECENTO MORTI - La sconvolgente strage del 3 ottobre in piazza delle Tre Culture, dove sotto gli occhi delle telecamere e dei giornalisti occidentali, oltre 300 studenti vengono barbaramente uccisi, fa vacillare definitivamente i Giochi. Spostarli in California? Alla fine la pax olimpica vince. Ed è un bene. Perché le tensioni che da Est a Ovest e da Nord a Sud dividono il mondo, trovano nei Giochi il miglior sfogo non violento di ciascuna causa. Tommie Smith, John Carlos, Lee Evans e James Freeman, che sul podio dei 200 e dei 400 metri mostrano al mondo i pugni e i baschi neri del Black Power, rendono un incommesurabile contributo all'eredità spirituale di Martin Luther King appena assassinato.

I MIGLIORI RISULTATI arrivano dall'atletica: Hines nei 100 metri, Smith nei 200, Evans nei 400 e le due staffette regalano agli Usa altrettante medaglie d'oro e record mondiali. Ma il primato più strepitoso lo stabilisce nel lungo l'outsider Bob Beamon, che atterra a 8,90 mt. lasciando senza fiato l'intero stadio Azteca. Keniani, marocchini ed etiopi completano il trionfo nero vincendo tutte le prove dai 1.500 ai 10.000.

DEBBIE & VERA - Nel nuoto stupisce il triplice oro (dai 200 agli 800 stile libero) dell'anticonformista statunitense Debbie Meyer, nella ginnastica sono da guinness dei primati i 4 ori della ceka Vera Casvlaska che, a invasione di Praga ancora fresca, infligge all'Urss una memorabile lezione.

BILANCIO AZZURRO - Per l'Italia sono Giochi in tono minore: 16 medaglie con 3 ori, 4 argenti e 9 bronzi. Gli ori li vincono l'apollineo tuffatore Klaus Dibiasi dalla piattaforma, i ruspanti canottieri trevigiani Baran-Sambo-Cipolla nel due con e il tattico ciclista Pierfranco Vanelli nella strada.