Roma, 15 febbraio 2012 - All'indomani del no di Monti alla firma della candidatura olimpica di Roma 2020, la rabbia e l'orgoglio dello sport italiano risuonano forti e chiari nelle parole del presidente del Coni, Gianni Petrucci. Di prima mattina con un intervento a Mattino Cinque, po con una lettera a federazioni sportive e media.

CHE DELUSIONE - ''Sono amareggiato, ce lo potevano dire prima. E' stata una mancanza di riguardo se la decisione era stata presa ce lo potevano dire prima'', dichiara il presidente del Coni, intervenendo alla
Telefonata di Maurizio Belpietro su Canale 5. E alla domanda se intenda dimettersi risponde: ''Non ci ho mai pensato. Tra un anno devo lasciare per legge ma non ho mai pensato alle dimissioni''.

CONFORMISMO DI MANIERA - ''Ho invece notato oggi leggendo tutti i giornali - aggiunge il numero uno del Coni - che queste Olimpiadi nessuno le voleva e di questo non ce ne eravamo accorti: una cosa che mi ha stupito, perché che erano state presentate delle mozioni a favore dalle stesse persone, ad eccezione dell'onorevole Cicchitto, che oggi sostengono il contrario. Questo un po' mi ha stupito". Secondo Petrucci, a Palazzo Chigi ''i conti potevano farli prima. Se un governo non può impegnare in tutto quattro miliardi in sette anni, con tutti i ritorni erariali e quindi quasi a costo zero, allora veramente c'è da essere preoccupati". Anche per questo ''è un giorno triste nella storia dello sport italiano - è l'esordio del presidente del Coni nella sua lettera a a federazioni e media -. Non entro nel merito della decisione del presidente del Consiglio, che l'ha motivata con considerazioni di carattere esclusivamente economico, connesse alla situazione del Paese. Abbiamo fatto la nostra parte in modo perfetto''.
 

PROGETTO TRASPARENTE - Scrive Petrucci: ''Fin dalla presentazione della candidatura Coni e Comitato Promotore hanno fatto tutto nella più totale correttezza, trasparenza e sintonia col Governo. Ci era stato detto che la candidatura sarebbe stata appoggiata a patto che uno studio di compatibilità economica avesse dimostrato la sostenibilità del progetto: è stata nominata una commissione di studio, presieduta dal Prof. Fortis e coordinata da Franco Carraro, ed è stata incaricata, con pagamento a carico della Presidenza del Consiglio, una società (Prometeia) per il supporto tecnico alla realizzazione dello studio che ha dimostrato la compatibilità del progetto. Avevamo tutte le carte in regola, per tentare, con possibilità di successo, di riportare in Italia i Giochi Olimpici e Paralimpici 60 anni dopo Roma '60''.
 

'ONORE E LEALTA' - ''Abbiamo lavorato con onore, onestà - sottolinea il capo dello sport italiano -. Lo stesso premier non ha messo in dubbio la bontà dei progetti né si è riferito a timori circa l'affidabilità della realizzazione di tutte le opere, anzi ha ribadito l'importanza di avere mete ambiziose. Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha apprezzato l'approccio del mondo dello sport nel progettare la candidatura''.
 

ALTO LIVELLO - Petrucci si dice ''più che mai orgoglioso di rappresentare lo sport italiano, lo stesso che produce atleti vincenti, di cui il Paese deve essere fiero, visto che sul campo siamo da anni nella Top Ten dello sport mondiale'', e prende le distanze ''da chi senza alcuna conoscenza del progetto, e senza l'umiltà di approcciarsi per conoscerlo, ha contrastato Roma 2020 con motivazioni inaccettabili. E' ora di finirla di associare puntualmente le manifestazioni sportive a scandali e malaffare. Lo sport non è più disposto a pagare questo pegno. Il malaffare non riguarda lo sport italiano che ha sempre mostrato un alto livello organizzativo internazionale''.
 

'GRAZIE, LETTA' - ''I nostri sforzi non sono bastati - continua -. Ma non abbiamo nulla da rimproverarci. Abbiamo la coscienza a posto perché convinti di aver agito correttamente, nel rispetto delle istituzioni e del nostro Paese, unitamente al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, alla Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, al presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, a Mario Pescante, ad Ernesto Albanese, e soprattutto, a Gianni Letta''.
 

MORTE DI UN SOGNO - ''Anche il Presidente del Cio, Jacques Rogge - svela Petrucci nella sua lettera -, nell'esprimere il suo rammarico per la decisione del Governo, ci ha ringraziato per il lavoro e gli sforzi fatti auspicando una ripresentazione della candidatura in tempi migliori''. Grazie anche a ''tutti quelli che ci hanno messo la faccia, a cominciare dagli atleti che hanno onorato lo sport italiano, non soltanto con i risultati, e lo faranno anche a Londra dove cercheranno di portare lustro al Paese''. E a ''tutte le eccellenze della società civile, premi oscar, artisti ed esponenti della cultura che si sono espressi in favore di questo sogno, il mondo imprenditoriale e le forze politiche che ci hanno sostenuto. Bisogna saper accettare le sconfitte - conclude -, ma la partita l'abbiamo giocata al meglio, come cercheremo di giocare al meglio tutte le altre che ancora ci aspettano''.