Torino, 2 agosto 2012 – Quindici mesi di squalifica. E' la nuova richiesta del Procuratore federale Stefano Palazzi per il tecnico della Juventus, Antonio Conte, e il suo vice, Angelo Alessio, fatta nel corso del processo al processo sul Calcioscommesse in corso a Roma.

LA LINEA DELLA JUVE - Dopo che la Commissione Disciplinare aveva rigettato l'istanza presentata dal procuratore federale Stefano Palazzi (tre mesi di squalifica per Conte più 200mila euro di ammenda), la Juventus aveva scelto di non accordarsi nuovamente e di andare al processo. La società, inoltre, avrebbe confermato la volontà di proseguire comunque con il tecnico.

Al processo Stefano Palazzi ha chiesto quindi 15 mesi per il mister della Juventus e per il suo vice. Conte deve ora difendersi dalla doppia accusa di non aver denunciato le presunte combine delle partite Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena, entrambe disputate nella primavera 2011.

IL COMMENTO DI AGNELLI - "La giustizia sportiva è vetusta e dittatoriale" ha detto il presidente della Juventus. "Constato che la Federazione Italiana Giuoco Calcio e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale - ha aggiunto sul sito ufficiale della società -.Per molto tempo e con grande senso di responsabilità la Juventus e i suoi tesserati hanno mantenuto un atteggiamento sereno e coerente rispetto alle Istituzionie rispetto ad atteggiamentiche, fin da subito, suggerivano che fosse in atto un nuovo attacco ai suoi danni e ai danni dei suoi tesserati. Le risultanze dei vari deferimenti dimostrano enormi contraddizioni e volgono alla tutela esclusivamente di chi gli illeciti li ha commessi. Questo è paradossale e non puo' essere accettato'', dice il numero 1 del club torinese.

''La decisione di ieri della Commissione Disciplinare Nazionale della Figc, che ha opposto un non motivato rifiuto al patteggiamento già ponderato esottoscritto dal Procuratore Federale, è la testimonianza della totale inadeguatezza del sistema giuridico sportivo e della Federazione in seno a cui opera'', aggiunge facendo riferimento al procedimento sportivo.

''Rilevo nuovamente l'incapacità di interpretare le moderne esigenze del professionismo di alto livello. Anche avendo scelto, contro ogni istinto di giustizia e con una logica di puro compromesso, la strada del patteggiamento per poter limitare i danni di una giustizia sportiva vetusta e contraddittoria, ci si scontra con un sistema dittatoriale che priva le Società e i suoi tesserati di qualsivoglia diritto alla difesa e all'onorabilita''', afferma ancora Agnelli.

''La rispettabilità dei singoli è messa a repentaglio ed è quindi a loro che spetta la parola finale sulle decisioni da assumere, con la consapevolezza che la Juventus li sosterrà in tutti i gradi di giudizio'', ribadisce il presidente bianconero. ''Sarà una stagione complessa ed impegnativa, ma la concentrazione sulle prestazioni in campo della Squadra da parte di tutto il nostro ambiente rimane alta con l'obiettivo di confermarci vincenti a maggio 2013'', conclude.

LA REPLICA DELLA FIGC - la Federcalcio non ci sta e replica, sul proprio sito internet, al presidente della Juventus, Andrea Agnelli. "La Figc e i suoi organi operano con correttezza nel pieno rispetto delle norme statutarie che garantiscono l'indipendenza e l'autonomia della Giustizia Sportiva così come disciplinata dall'Ordinamento Sportivo Nazionale - spiega la Federazione in una nota - le valutazioni del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, non sono accettabili e vanno al di là di un legittimo esercizio per diritto di critica".

LA REAZIONE DELLA DIFESA - "Non abbiamo riscontri. C'e' la parola di una persona, non c'è de relato, non c'è passaggio di soldi, non c'è una telefonata, non c'è niente". A dirlo l'avvocato Antonio De Rensis, in un passaggio della replica alle accuse mosse ad Antonio Conte e al suo vice al Siena, Angelo Alessio, durante il processo sul calcioscommesse in corso di svolgimento di fronte alla Commissione disciplinare al Foro Italico di Roma.

Durante la sua arringa il legale ha puntato l'attenzione sulle accuse mosse "da una sola persona", il 'pentito' Filippo Carobbio. "Mi dovrete dire - ha proseguito l'avvocato difensore - perché questa persona usa una scheda telefonica egiziana".

In conclusione dei venti minuti di arringa De Rensis ha fatto riferimento al patteggiamento ritenuto "non congruo" dalla Disciplinare. "La scivolata del patteggiamento alla fine l'ho apprezzata poco. Lo dico con la massima stima che non me lo aspettavo". Infine, rivolgendosi alla commissione: "Sono sicuro che la vostra onestà intellettuale vi accompagnerà in camera di consiglio portandovi al proscioglimento di Antonio Conte".