Bolzano, 9 agosto 2012 - ''Ho a casa quattro medaglie, ma la vita è tutt'altro. E' assurdo perdere parenti e amici per andare più forte in una gara''. Alex Schwazer, dopola conferenza stampa di ieri, si affida al suo sito ufficiale per esprimere le sue emozioni.

E lo fa con un messaggio dedicato agli affetti più cari, a cui segue un ringraziamento: ''In un momento così terribile della mia vita ho ricevuto e continuo a ricevere tanti messaggi di sostegno, di incoraggiamento. Ho apprezzato molto, perché mi danno la forza di andare avanti''.

Sono parole che riprendono un concetto espresso da Schwazer anche ieri, durante la lunga conferenza stampa a Bolzano. Il messaggio a chi gli è vicino si conclude con una promessa: ''Ringrazio di cuore e prometto che risponderò presto a ognuno di voi. Vi abbraccio'', scrive il marciatore sospeso per doping.

LA RABBIA DI DIDONI - "Una cosa è certa, io in Alto Adige non andrò più. Alex ha preso in giro tutti, da me ai suoi compagni di allenamento fino a tutte le persone che lavoravano con lui. Io ho chiesto a tutto il suo staff scusa perché credo lui non lo farà mai perché lui è una persona egoista. Pensa solo a se stesso". Michele Didoni, ormai l’ex allenatore di Alex Schwazer non si dà pace perché si sente tradito.

LA DISCUSSIONE - Schwazer la sera di venerdì 27 luglio mentre si trovava a Oberstdorf (Germania) ha avuto una discussione con il suo allenatore Michele Didoni alla presenza della fidanzata Carolina Kostner. Il marciatore altoatesino diceva di non voler partecipare alla 20 chilometri anche perché nei giorni prima aveva qualche linea di febbre e il raffreddore. La conferma della discussione è giunta da Didoni. "Si’ e’ vero abbiamo discusso dopo cena davanti a Carolina, ma io avevo capito che la partecipazione alla 20 km gli pesava, per questo abbiamo subito avvisato la federazione e non ci sono stati problemi”.

 IL CAPPELLANO DEGLI AZZURRI - "Io credo che il buio sia sempre in agguato nel cuore dell'uomo. Ci sono momenti in cui si smarrisce quel senso di luce che magari si è portato avanti nel corso degli anni. Credo che Alex Schwazer abbia subito proprio questo". E’ il commento affidato ai microfoni di 'Radio vaticana' da don Mario Lusek, cappellano della spedizione olimpica azzurra. "Ammirato da tutti, sicuramente anche invidiato, ma nello stesso tempo anche lui con le sue fragilità, con le sue ansie, con le sue paure", prosegue il sacerdote. "Questo ci fa dimenticare un aspetto che io amo sempre rimarcare: gli atleti che sono alle Olimpiadi in fondo sono giovani, con tutto quello che è tipico di una condizione giovanile. A volte non riescono a sopportare né il senso del limite né tantomeno la paura. Eppure la marcia poteva essere una metafora nell'evitare scorciatoie pericolose per arrivare a quelle mete per cui si è lottato e per cui ci si impegna. Quindi l'amarezza è la reazione più diffusa, l'amarezza e lo sconforto perché appunto la persona è ammirata ma nello stesso tempo anche la tenerezza, chiamiamola così, l'attenzione perché non vada perso l'uomo".

CARABINIERI, SCHWAZER SOSPESO - Intanto è uscito 'sospeso' il carabiniere scelto Alex Schwazer dalla caserma del battaglione di via delle Armi a Bologna, dove ha riconsegnato pistola e tesserino dopo l’esclusione dai Giochi olimpici di Londra per avere assunto l’epo. Schwazer è rimasto in caserma due ore e mezzo per sbrigare le procedure del caso: era entrato intorno alle 9,40 di questa mattina a bordo di un’Audi, seduto dietro, polo bianca e occhiali scuri sul volto.