Città del Vaticano, 17 dicembre 2012 - "Penso a voi, cari atleti, come a dei campioni-testimoni, con una missione da compiere: possiate essere, per quanti vi ammirano, validi modelli da imitare". Così Benedetto XVI si è rivolto agli atleti italiani vincitori di medaglie ai giochi olimpici e paralimpici di Londra, ricevuti in udienza a Palazzo Apostolico con la delegazione del Coni guidata dal presidente Giovanni Petrucci che ha omaggiato il Pontefice due doni di alto valore simbolico: la torcia olimpica di Londra e la tuta ufficiale della nazionale di colore bianco con su scritto il nome Benedetto.

"Mi pare che a Londra - ha detto Ratzinger nel suo saluto - abbiate conquistato ben 28 medaglie, di cui 8 d’oro. Ma a voi atleti non è stato chiesto solo di competere e ottenere risultati. Ogni attività sportiva, sia a livello amatoriale che agonistico richiede la lealtà nella competizione, il rispetto del proprio corpo, il senso di solidarietà e di altruismo e poi anche la gioia, la soddisfazione e la festa. La pressione di conseguire risultati significativi non deve mai spingere a imboccare scorciatoie come avviene nel caso del doping".

"Tutto ciò presuppone - ha affermato ancora il Pontefice - un cammino di autentica maturazione umana, fatto di rinunce, di tenacia, di pazienza, e soprattutto di umiltà, che non viene applaudita, ma che è il segreto della vittoria. Uno sport che voglia avere un senso pieno per chi lo pratica - ha detto ancora - deve essere sempre a servizio della persona. La posta in gioco allora non è solo il rispetto delle regole, ma la visione dell’uomo, dell’uomo che fa sport e che, al tempo stesso, ha bisogno di educazione, di spiritualità e di valori trascendenti".

"L’esperienza sportiva - ha detto il Papa citando un discorso di Wojtyla - può contribuire a rispondere alle domande profonde che pongono le nuove generazioni circa il senso della vita, il suo orientamento e la sua metà, quando è vissuta in pienezza e sa educare ai valori umani e aiuta l’apertura al trascendente".

PETRUCCI CHIEDE SCUSA: "CI SONO STATE PAGINE DI SPORT NON ESALTANTI" -  "Santità noi chiediamo anche scusa per qualche pagina non esaltante che ha riguardato lo sport italiano". Con queste parole il presidente del Coni, Gianni Petrucci, si è rivolto al Papa nel corso dell'udienza in Vaticano dedicata agli atleti che hanno conquistato medaglie alle Olimpiadi e Paraolimpiadi di Londra. "Nel villaggio azzurro - ha ricordato inoltre il presidente del Coni - c’è sempre un sacerdote, che non si limita a celebrare la messa ma è un padre spirituale per gli atleti che chiedono il suo consiglio. E l’Italia è stato il primo Paese ad inserire nella sua delegazione questa figura”.

Petrucci, accompagnato dal vic Pancalli e dal segretario generale Pagnozzi,  ha poi rivolto il suo ringraziamento a Benedetto XVI: "Qui ci sono atleti che hanno onorato il nostro paese alle olimpiadi di Londra. Vorremmo farle conoscere il loro volto umano. Sono ambasciatori dei valori dello sport, valori umani, etici. Questi aleti hanno onorato il paese ce l’hanno messa tutta. Grazie per averci ricevuti, è una giornata straordinaria. E' stato un anno straordinario dello sport italiano, grazie per l’affetto e l’attenzione che ci ha riservato".

Nella delegazione azzurra presenti, fra gli altri, Valentina Vezzali, la tiratrice Jessica Rossi, il campione di Taekwondo Molfetta, quello di kayak Molmenti quella dell’handbike Fenocchio. Presenti al gran completo anche la squadra di pallanuoto maschile e quella di ginnastica ritmica femminile. Con loro anche dirigenti e accompagnatori federali.