Roma, 17 agosto 2011 - "Se dovessero continuare a minacciare scioperi o ritorsione, proporrò che come ai politici anche ai calciatori venga raddoppiata l’aliquota del contributo di solidarietà". Il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, non fa sconti e critica l’ipotesi di sciopero dei calciatori apparentemente legata anche alla richiesta che siano le società di calcio a pagare l’eventuale contributo di solidarietà previsto dalla manovra aggiuntiva.
 

"I calciatori fanno i capricci: non so se sia giusto o meno il contributo di solidarietà, ma se c’è qualcuno che dovrebbe pagarlo sono proprio i calciatori, che rappresentano la casta dei viziati", aggiunge l’esponente leghista, non nuovo a polemiche con i giocatori. L’anno scorso, in occasione della manovra prima e dei Mondiali poi, Calderoli propose una riduzione degli stipendi dei giocatori con l’introduzione di un ‘salary cap’ e la rinuncia ai premi in caso di vittoria in Sudafrica (la Nazionale poi uscì dopo il girone eliminatorio).

 

AIC: SONO STUPIDAGINI - Dichiarazioni, quelle di Calderoli, che immancabilmente hanno fatto insorgere l'Associazione calciatori (Aic). "I calciatori una casta di viziati? Con tutto il rispetto per il ministro, sono stupidaggini", replica piccato il vicepresidente Leo Grosso.

 

Grosso sottolinea che "è facile speculare sui giocatori e i loro stipendi, ma bisogna ricordare che per alcuni che guadagnano molto, tanti hanno introiti modesti e spesso non certi". Sulla questione di chi dovrà pagare il contributo di solidarieta’, secondo il rappresentante dei giocatori non si sono dubbi. "Intanto dico che i calciatori sono lavoratori subordinati e devono rispettare le stesse regole. Se nel contratto c'è scritto che i compensi sono calcolati al netto, il contributo va pagato dalla società. Se invece sono calcolati al lordo, spetta al giocatore". Il problema va affrontato caso per caso, "e con molto pragmatismo", spiega.

 

Grosso rileva, infine, che la questione del contributo non è al centro delle preoccupazioni dell’Aic, volte piuttosto alla chiusura del contratto collettivo, che la Lega Calcio non ha ancora firmato.

 

Parole che anticipano quelle del presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi: "Si sta facendo tanta confusione su posizioni mai prese. Ci teniamo a non mischiare questa vicenda con quella della firma del contratto - dichiara Tommasi -. L’eventuale slittamento del campionato non avrebbe nulla a che vedere con il contributo di solidarietà che verrà gestito come tutti i tributi". "Noi non abbiamo detto nulla, su questo argomento a preoccuparsi sono gli altri e non i calciatori", conclude.

 

BERETTA - Nella  disputa si inserisce anche il presidente della Lega A, Maurizio Beretta, che chiede all'Aic di essere "ragionevole e inviti i calciatori a fare la propria parte". "Pensare che qualche giocatore possa essere coperto dalle società è impensabile - prosegue Beretta -. E’ stato chiesto un contributo di solidarietà a chi percepisce un reddito oltre una certa soglia: i calciatori vivono una situazione di grande privilegio e in un momento così difficile per il paese nessuno riuscirebbe a capire un’eccezione".

 

Beretta non entra nel merito delle parole del ministro Calderoli, ma dice di aspettarsi "ragionevolezza da parte dell’Assocalciatori perché è evidente che a tutti viene chiesto uno sforzo. Non mi piacciono queste distinzioni fra netto e lordo" (chiara allusione alle parole di Leo Grosso). "D’altronde il testo è chiaro: viene chiesto un contributo a chi percepisce un reddito sopra un certo livello, chiedere che siano i club a pagarlo sarebbe un ‘unicum’ inspiegabile che non ha niente a che vedere con lo spirito di questo provvedimento", prosegue.

 

"In una fase così difficile sarebbe importante non andare a cercare piccoli contenziosi sulla lettura dei contratti" aggiunge il n.1 di via Rosellini. Damiano Tommasi, presidente dell’Aic, ha sottolineato che il contributo di solidarietà "non c’entra nulla" con la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo dei calciatori. Entrambe le questioni saranno trattate nell’assemblea della Lega A in programma il 19 agosto. "Sicuramente sì, ma mi sembra tutto abbastanza chiaro e sul contributo di solidarietà i club la pensano allo stesso modo".