di GIULIO MOLA

Milano, 26 settembre 2011 - Non ci sta Pasquale Rodomonti. Non vuole essere infangato un'altra volta dopo quel che è successo nella maledetta estate del 2006, e che ha duramente pagato dal punto di vista della salute. E accetta di sfogarsi, pochi minuti dopo che la moglie gli ha riferito il contenuto dell'intercettazione telefonica in cui, alla vigilia di Inter-Juventus del novembre del 2004, l'ex designatore Bergamo gli avrebbe chiesto di avere un'attenzione particolare. Soprattutto in caso di dubbio.

 

"Ho letto, certo che ho letto. Ero sereno prima e sono sereno adesso. Nessuno, ripeto nessuno, si è mai permesso di chiedermi di far vincere questa o quella squadra. Volete dirmi cosa emerge di tanto grave in quella telefonata? Sono le stesse cose che Carraro aveva detto in una precedente telefonata allo stesso Bergamo. E' un capo che si raccomanda con un altro capo il quale a sua volta si raccomanda con me. Anche io, da capo degli arbitri abruzzesi, mi raccomando sempre con i miei ragazzi: cercate di non fare errori e di essere sereni nella valutazione di episodi dubbi".

 

I maligni, di parte bianconera, sostengono si tratti di una "raccomandazione" molto particolare...
"E' assolutamente falso. Mi è stato detto di stare attento, soprattutto in caso di dubbio. Non di far vincere l'Inter..."

 

E' vero. Però in caso di dubbio avrebbe dovuto avere un occhio di riguardo nei confronti di chi stava sotto in classifica...
"Sì, e io diedi la mia parola d'onore. Nel senso che avrei fatto di tutto per dirigere nel miglior modo possibile. Come infatti avvenne".

 

Ma lei si sentiva sereno prima di dirigere certe partite?
"Io pensavo solo ad arbitrare ma la verità è un'altra: quale mio collega direttore di gara era sereno nell'arbitrare la Juventus? Fui ricusato proprio da quella squadra, per anni non l'ho diretta. Però mi ricordo bene che alla fine di quella partita Pairetto e Rosetti dissero che avevo diretto bene. E anche Collina fu d'accordo".

 

Però disse che avrebbe dovuto espellere Toldo...
"Commentò l'episodio dicendo che lui avrebbe dato il "rosso", ma questo è un altro discorso, fatto con calma dopo aver rivisto le immagini. Io di quella partita ricordo solo giudizi positivi, finì 2-2 e nessuno ebbe da lamentarsi. Sono stufo che adesso qualcuno voglia gettare fango sulla mia persona...".

 

Perché proprio su di lei?
"Già, me lo chiedo pure io. Perché Moggi attacca solo me? Prima si diceva che facevo parte del "sistema", ora si sostiene che dovevo far perdere la Juventus. La verità è che per anni sono stato messo in mezzo da gentaglia per vicende politiche che riguardavano solo loro, ma io ho sempre fatto il mio meglio. Scusate, oltre a dire sempre "darò il massimo" cos'altro avrei dovuto rispondere?"

 

Cosa pensa potrà accadere?
"Ma nulla, io sono tranquillissimo. Quell'anno arbitrai le partite più insidiose, da Inter-Juve a Juve-Brescia a Milan-Brescia. Feci solo un errore, meglio, lo fece il mio assistente: non convalidai una rete di Di Michele in Juventus-Udinese. Mi fu segnalato fuorigioco, ma per cinque centimetri la posizione del giocatore era buona. Ma la Juve vinceva già 2-0 eppure successe il finimondo... Tutto assurdo, io sono una persona pulita e non temo nulla".