Cremona, 27 dicembre 2011 - E' durato cinque ore l'interrogatorio di Carlo Gervasoni, calciatore del Piacenza ex Albinoleffe, sentito oggi dal Procuratore della Repubblica di Cremona Roberto Di Martino, che lo ha arrestato nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse. Gervasoni avrebbe fatto i nomi di 15 calciatori della serie A e B (nessuno dei quali famoso), parlando anche di altredieci partite (tre delle quali di serie A), aggiuntesi alla lista sin qui nota di almeno una trentina di match sotto la lente degli inquirenti tra Coppa Italia 2011-2012 (una), serie A 2010-2011 (cinque), serie B e Lega Pro 2010-2011 (otto), serie B 2009-2010 (otto), più svariate partite dell'Albinoleffe nella stagione 2008-2009. Due delle tre 'nuove' partite di serie A segnalate da Gervasoni al pm Di Martino ovvero Palermo-Bari 2-1, Lazio-Genoa 4-2 e Lecce-Lazio 2-4, sarebbero terminate con i risultati concordati dagli scommettitori.

Il giocatore, a quanto è stato possibile apprendere, avrebbe sostenuto che l’organizzazione avrebbe tentato di manipolare i tre incontri, corrompendo diversi giocatori. Una versione che gli investigatori devono ancora verificare, visto che finora sono emersi solo sospetti su alcune delle squadre, ma nessuna prova. Su Lecce e Bari si era già focalizzata l’attenzione degli investigatori, mentre su Lazio, Genoa e Palermo bisognerà ora approfondire gli aspetti indicati dal giocatore nel corso dell’interrogatorio.

"BUFFON, CANNAVARO E GATTUSO" -  Spuntano i nomi di Buffon, Fabio Cannavaro e Gattuso nelle carte dell’inchiesta calcioscommesse. In una intercettazione ambientale depositata agli atti - che non ha però trovato alcun riscontro da parte degli investigatori - Nicola Santoni dice: "Buffon gioca 100-200mila euro al mese...Lui, Gattuso... Cannavaro... sono proprio malati".

L’intercettazione secondo L'ANSA è del 30 settembre scorso ed è una conversazione registrata nell’auto di Santoni, l’ex preparatore atletico dei portieri del Ravenna finito in carcere nell’inchiesta sul calcio scommesse, tra quest’ultimo e tale Maurinho, che in una successiva informativa la polizia presuppone possa essere identificato in Maurinho Ernandes, nato a Bressanone nel ‘58. I due parlano di vari aspetti dell’inchiesta sul calcioscommesse e della posizione di Santoni con la giustizia sportiva dopo gli arresti di giugno. Ma soprattutto del ruolo di Doni e di quello dell’Atalanta. ‘’Se gli dan sei mesi - dice Santoni riferendosi alle condanne sportive per l’ex capitano dell’Atalanta - dai, ne esce in modo diverso...un anno fai il direttore sport...cioe’’. ‘’Vero, certo - risponde Maurinho - e’ diverso...è completamente diverso".

E Santoni aggiunge: "sì, no...può stare nella società...non penso che...cioè, per tutti insieme, tutti i casini che abbiamo fatto...perché tanto alla fine di casini ne abbiamo fatti tanti, dentro ci sono anche loro, capito?...Quindi, è inutile che lo abbandonino, perché...’.

Chiude Maurinho: ‘’perche’ non possono!...di casini...non e’ che adesso questi qua non sanno niente, niente all’oscuro’’. Poi il discorso vira prima sul gruppo dei ‘bolognesi’ (quello che secondo l’accusa e’ guidato da Giuseppe Signori) - ‘’le cose grosse - dice Santoni - erano questi qua...che facevan girare sti soldi, sti qua di Bologna avevano assegni da cinque, seicentomila euro...lì erano veramente organizzati" - e poi sulla serie A.

Ecco il testo integrale: Santoni: "..un ex calciatore...che sta collaborando con la procura di Napoli, perché il calcio è tutto truccato, è tutto marcio...e quindi...dirà due nomi e verrà fuori...perche’ poi dopo c’e’ Buffon che gioca...gioca anche lui...sti qua’’ Maurinho: ‘’Buffon anche lui... Santoni: ‘’Gioca 100-200mila euro al mese!...no...eeh: lui, Gattuso...Cannavaro...sono proprio malati!...Solo che non si poteva..ugualmente...e (incomprensibile) non gli ha contestato nessuna. Si son fatti il loro mondiale, poi l’han vinto, quindi quello...".

Buffon e Gattuso, informati sull’intercettazione di Santoni, hanno preferito non commentare. Mentre non è stato possibile, per ora, raggiungere Cannavaro.

 

DICHIARAZIONI A VERBALE - Il giocatore, a quanto è stato possibile apprendere, avrebbe sostenuto che l'organizzazione avrebbe tentato di manipolare i tre incontri, corrompendo diversi giocatori. Una versione che gli investigatori devono ancora verificare, visto che finora sono emersi solo sospetti su alcune delle squadre, ma nessuna prova. Su Lecce e Bari si era gia' focalizzata l'attenzione degli investigatori, mentre su Lazio, Genoa e Palermo bisognera' ora approfondire gli aspetti indicati dal giocatore nel corso dell'interrogatorio.

 

LA STRETTA DI MANO - Gervasoni avrebbe tra le altre cose anche confermato la stretta di mano di Doni come segnale d'accordo prima di Atalanta-Piacenza e il coinvolgimento dell'AlbinoLeffe, e ha raccontato di come gli slavi dello Zingaro Almir Gegic, terminali italiani della gang di scommesse asiatiche con base Singapore, avessero deciso di realizzare i loro affari andando alla fonte, cioè 'acquistando' i risultati 'tarocchi' direttamente delle squadre di calcio. Progetto poi non realizzatosi.

 

CAPO D'IMPUTAZIONE - Gervasoni è accusato di aver fornito all'associazione degli scommettitori "un contributo stabile con particolare riferimento alle partite che vedevano coinvolte le squadre nelle quali via via militava, Mantova, Cremonese e Piacenza, svolgendo altresì attività per reclutare calciatori disponibili a farsi corrompere e mantenendo con  costoro i contatti".

 

CAROBBIO AI DOMICILIARI - Nel frattempo nella giornata di oggi è stata decisa la scarcerazione del calciatore dello Spezia Filippo Carobbio, al quale sono stati concessi gli arresti domiciliari nel suo paese di origine di Nembro (Bergamo). Domani sarà interrogato Nicola Santoni, mentre giovedì toccherà a Luigi Sartor, ancora in carcere dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere.

 

INSANA PASSIONE - L'ex capitano dell'Atalanta, Cristiano Doni, come riporta l'Ansa che ha potuto visionare l'interrogatorio di garanzia, ha dichiarato di aver "aderito all'illecito sportivo, solo per la passione che mi legava alla squadra e la speranza di poterla portare all'obiettivo di quella stagione". Cristiano Doni davanti al Gip Guido Salvini e al procuratore della Repubblica Di Martino, che ieri gli hanno concesso gli arresti domiciliari in Alto Adige, ha confermato la manipolazione di Atalanta-Piacanza - terminata 3-0 per la Dea con doppietta proprio dell'attaccante indagato: "Io non avuto alcuna parte in guadagno o vicende simili attinenti a scommesse su questo risultato". A queste dichiarazioni fanno eco le parole di Salvatore Pino, legale di Doni che a Radio Sportiva, ha voluto spiegare la situazione del suo assistito: "Dal punto di vista umano credo che tutto sia partito dalla retrocessione della squadra in B e dal desiderio di riportarla su. Gli si è paventata la possiblità di ottenere risultati facili. Poi indubbiamente delle scommesse ci sono state. Ma sotto il profilo umano, ha specificato che mai nella vita si sarebbe sognato di vendere una partita contro la sua squadra. E' il nome più celebre, ma credo avesse un ruolo marginale".

 

RABBIA ULTRA' - I tifosi dell'Atalanta chiesero conto a Cristiano Doni delle vicende che lo vedevano coinvolto nella combine di partite per le quali è stato arrestato. Lo si evince da un'informativa del servizio centrale operativo (Sco) della polizia. Dall'informativa emerge tuttavia molto di più. Per esempio che una dipendente della Lega Calcio di Milano aveva contatti telefonici con l'ex capitano dell'Atalanta e con il suo compagno di squadra Thomas Manfredini e da questa dipendente i calciatori ricevevano ''particolari dell'inchiesta diversamente a loro sconosciuti'' e ricevevano ''preziosi consigli sulla strategia da riferire ai propri legali per contrastare le accuse del procuratore federale''.

 

TALPA IN LEGA -  In alcune conversazioni, annotano gli agenti della polizia di Stato, la donna ''non nasconde di poter arrivare facilmente a raggiungere gli appartenenti alla Commissione per indirizzare la sentenza sportiva di primo grado in favore dei calciatori, anche se poi non emerge alcun elemento che possa avvalorare questa sua possibilita'''. ''E' comunque indubbio - concludono gli investigatori - che la stessa, appartenendo comunque all'organo federale della Lega Calcio, possa di conseguenza facilmente riconoscere alcuni membri della Commissione giudicante''.

 

COSI' PARLO' BENFENATI -  Antonio Benfenati, amico del calciatore dell'Atalanta Cristiano Doni, nel verbale di interrogatorio dopo il suo arresto, così racconta come si sviluppò la combine di Atalanta-Piacenza del marzo 2011. ''Per Atalanta-Piacenza, Parlato mi disse, anche durante un incontro a Cesena, che il Piacenza sarebbe andato a perdere, perché erano d'accordo in tale senso, anche grazie al suo attivismo, Gervasoni, il portiere e forse un altro giocatore di cui non ricordo il nome. Mi sono allora rivolto a Doni vedendo anche che questa notizia sembrava confermata dal volume delle scommesse che era molto forte''. ''Sapevo - ha proseguito Antonio Benfenati nel suo interrogatorio di garanzia - che dovevo parlare con Doni di persona, e venerdì sera, trovata una macchina, dato che la mia era in fermo auto, decisi di dirigermi verso Bergamo. Fu una decisione improvvisa come quella di dare a Doni la scheda a nome di Petrescu Ion che avevo comperato per me''. ''Io confermai a Doni - conclude - che il Piacenza era disposto a perdere e gli diedi la scheda chiedendo di essere avvisato se c'era la possibilità di giocare l'over 3 mezzo dopo che avesse incontrato Gervasoni e quindi avuto dati definitivi. Mi disse subito che per l'over 3 e mezzo c'erano difficoltà in quanto bisognava avvisare la difesa per un risultato finale non di 3-0 ma di 3-1 visto che il 4-0 sarebbe stato difficile da accettare per il Piacenza''.

 

I CONVOCATI DALLA PROCURA DI CREMONA - Ecco l'elenco (incompleto, vista la deposizione di Gervasoni che ha chiamato in causa altri 15 giocatori di A e B) di tutti i 'convocati' dalla Procura di Cremona alla data odierna. AGLI ARRESTI O AI DOMICILIARI: DONI CRISTIANO, giocatore dell'Atalanta, nato a Roma l'1 aprile 1973 (già squalificato dalla giustizia sportiva); GERVASONI CARLO, giocatore del Piacenza, nato a Legnano (MI) il 4 gennaio 1982 (già squalificato dalla giustizia sportiva); CAROBBIO FILIPPO, giocatore dello Spezia, nato ad Alzano Lombardo (BG) il 15 ottobre 1979;  BENFENATI ANTONIO, bagnino e socio di Doni nello stabilimento balneare "I Figli del sole" di Cervia, nato a Bologna il 28 luglio 1968; SANTONI NICOLA, ex preparatore atletico del Ravenna, nato a Forlì il 18 gennaio 1979 (già squalificato dalla giustizia sportiva); SARTOR LUIGI, ex giocatore di Roma, Genoa, Parma e Inter, nato a Treviso il 30 gennaio 1975; ZAMPERINI ALESSANDRO, ex giocatore di Acireale, Ternana ed Ascoli, nato a Roma il 15 agosto 1982; TRAIJKOVSKI RADE, nato in Macedonia il 26 gennaio 1984. INSEGUITI DA MANDATI DI CATTURA INTERNAZIONALI: TANG SET ENG, detto DAN, capo della gang di Singapore; CHOO BENG HUAT, braccio destro di Dan; PHO HOK KENG, nato a Singapore il 12 gennaio 1968; GEGIC ALMIR, detto LO ZINGARO, nato a Novi Pazar (Serbia) il 30 ottobre 1979; ILIEVSKY HRYSTYIAN, nato a Skopije (Macedonia) il 2 marzo 1977; LALIC DINO, detto CELAVI, nato a Krtanj (Slovenia) il 12 luglio 1974;
SULDJIC ALMIR, detto MISEK, nato aSloven Gradec (Slovenia) il 23 febbraio 1981; SALA VINKO, detto GIDRA, nato a Zagabria (Croazia), il 17 febbraio 1961; RIBIC ALIJA, nato a Zagabria (Croazia) il 5 marzo 1956. Presto la lista si allungherà.