Torino, 21 maggio 2012 – E’ mancata la ciliegina sulla torta, come ha sottolineato Alessandro Del Piero, ieri sera all’ultima recita con la Signora, dopo 705 presenze e 19 anni di onorata militanza. E venerdì mattina il capitano terrà una conferenza stampa all'hotel Principi di Piemonte per formalizzare il suo addio. Ma quella che si è appena conclusa è stata una stagione straordinaria per la Juventus. La squadra da oggi è in vacanza, fino all’11 luglio, giorno del raduno per l’inizio della preparazione estiva a Chatillon in Valle D’Aosta (manca solo l’ufficialità).

Fino ad allora la società lavorerà sul mercato (continua la caccia al top player, oggi Marotta inizia a trattare con l’Udinese per Asamoah) per rinforzare la squadra e presentarsi al primo appuntamento della prossima stagione – la supercoppa italiana contro il Napoli – già competitiva. Originariamente la sfida contro i partenopei doveva disputarsi a Pechino, ma ai piani alti di corso Galileo Ferraris vorrebbero giocarla allo Juventus Stadium, in casa della squadra che ha vinto il campionato come prevede il regolamento.

Però l’epilogo ieri sera non è stato dei migliori. A Roma in zona Trastevere un tifoso bianconero è stato accoltellato da un gruppo di ultras napoletani. Le sue condizioni non sono gravi, non rischia la vita. Intanto cresce l’indignazione per i fischi dei supporter partenopei durante l’esecuzione dell’Inno di Mameli da parte di Arisa. La cantante ci è andata giù duro: “E’ una vergogna. Come cittadina penso che chi ha fischiato l'inno d'Italia non sappia neanche cosa significhi per gli italiani. Quelli erano solo una massa di frustrati, irrispettosi e vandali. Sembra quasi che lo stadio sia utilizzato da tanti solo per sfogare i propri peggiori istinti. Quando ieri sono uscita dall'Olimpico sembrava di essere in zona di guerra”.

Una delle poche note liete i dati d’ascolto della finale trasmessa da Rai1: davanti alla tv c’erano 11 milioni 586mila spettatori con uno share del 42.44%. Poco male.

Luca Pasquaretta