Roma, 29 maggio 2012 - Premette che “non è una proposta mia, nè tantomeno del governo”, ma {{WIKILINK}}Mario Monti {{/WIKILINK}}rispondendo ad una domanda sullo scandalo del calcioscomesse dà voce ad un suo “desiderio”, ovvero “se per due-tre anni non gioverebbe alla maturazione di questo Paese una totale sospensione del calcio”.

Nella conferenza stampa al termine del vertice con il primo ministro polacco Tusk, Monti osserva che “fa rabbrividire quando un mondo che dovrebbe essere l’espressione dei valori più alti: lo sport, i giovani, la lealtà, la competizione, si dimostra un concentrato di aspetti tra i più riprovevoli della vita umana: la slealtà, l’illegalità, il falso, la ricerca demagogica di popolarità”.

Il premier ricorda che nel corso degli anni “abbiamo visto fenomeni indegni, dalle lotte tra chiamiamole tifoserie al fenomeno incredibile di poche settimane fa, nello stadio di una grande città, di un invisibile ricatto con l’omertà, con giocatori inginocchiati e che si sono tolti la maglia di fronte a chissà quali minacce da parte di un centinaio di sfegatati”. Il riferimento è alla partita Genoa-Siena, con gli ultrà rossoblù che hanno fatto sospendere la partita, finchè i giocatori genoani non si sono tolti la maglia.

“Credo che bisognerà approfondire ancora questo episodio”. Infine, “trovo inammissibile, e in Italia è successo molte volte e una volta me ne sono occupato da commissario Europeo, che si usino soldi dei contribuenti per ripianare i debiti delle società”.

Da qui il “desiderio” che il premier ha spiegato di provare a volte, anche se “anche io sono stato un grande appassionato di questo sport, quando il calcio era il calcio”, e cioè “se per due-tre anni non gioverebbe alla maturazione di questo Paese una totale sospensione di questo gioco”.

ABETE: "MAI PRESO UN EURO" -  ''Il calcio professionistico non riceve un euro di fondi pubblici. E' finanziato da risorse provate e introiti commerciali. Versa 1.100 milioni l'anno all'Erario''. Così Giancarlo Abete ha risposto alle dichiarazioni di Mario Monti.''I 64 milioni di contributo alla Figc sono per dilettanti, giovani, giustizia sportiva, settore arbitrale. Bisogna stare attenti a non ingenerare equivoci" ha aggiunto all'Ansa Abete.

LA REAZIONE DI ZAMPARINI - Il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, non ha preso motlo bene le parole di Monti. Lo si intuisce dalla reazione: "Monti dice solo delle stupidaggini. Dovrebbe pensare prima di parlare. Prima di dire che bisogna 'chiudere' il gioco del calcio, dovrebbe pensare ai suoi problemi e a tutto quello che sta distruggendo e facendo chiudere lui con i suoi provvedimenti".

LA DELUSIONE DI RIVERA - "Provo dispiacere per le parole del presidente del Consiglio. Di lui avevo fiducia, ma in questo caso ha detto frasi fuori luogo e fuori tempo''. Gianni Rivera ha commentato così all'Ansa le dichiarazioni del premier sul tema del calcio. ''Non sono un difensore di questo calcio, ma non bisogna esagerare e queste uscite non le capisco. Visto che sono state dette dal premier c'è da preoccuparsi per il futuro del Paese. Ma è Crozza che imita Monti o Monti che imita Crozza? - continua Rivera -. Non si può pensare di bloccare un'attività importante come il calcio, colpendo milioni di appassionati per colpa di una frangia di malfattori. Tantomeno poi, credo, con l'obiettivo di far 'maturare' i cittadini. Il calcio dà lavoro, ha un enorme indotto e lo Stato ne trae sicuramente vantaggio. Non mi risulta, inoltre, che le società ricevano soldi pubblici, che se mai vanno al Coni e alle Federazioni per l'attività istituzionale''.

INTERVIENE ANCHE CELLINO - ''Con tutto il rispetto che ho per Monti, da imprenditore e umile cittadino dico che i problemi vanno affrontati e risolti, e non si risolvono fermandosi''. Così il presidente del Cagliari, Massimo Cellino, è intervenuto sulle frasi del premier: ''Se si fermasse il calcio - ha aggiunto - sarei anche contento così dopo 20 anni mi riposo, ma non si risolvono così i problemi. In Italia si fanno tante Commissioni, si parla tanto, ma alla fine non si risolve mai niente''.